Un no all’unanimità ai box interrati di piazza degli Artisti, col solo centrodestra assente. Così si è espresso il consiglio della municipalità Vomero Arenella, sul progetto al centro di un quindicennio di scontri. E non è il primo in questi anni. Il parere non è però vincolante. E nella prossima conferenza di servizi, la direttrice della municipalità potrà, se riterrà, fornire orientamento favorevole. Il tavolo dovrà decidere sulla modifica al progetto esecutivo, dovuta alla presenza della phytolacca monumentale in piazza. “Il voto di oggi è un punto di partenza, ora inizia un lavoro politico con l’amministrazione comunale” ha detto Clementina Cozzolino, presidente del Vomero Arenella. In aula una rappresentanza della rete sociale No Box, da sempre in trincea contro il progetto. Prima della seduta, il loro legale Vincenzo Marzuillo ha inviato una richiesta alla municipalità. Ha chiesto e ottenuto di mostrare ai consiglieri le copie di due precedenti diffide. Le hanno notificate al Comune di Napoli, con l’obiettivo di stoppare il procedimento. “Che cosa siete disposti a fare?” ha domandato all’aula l’attivista Franco Di Mauro, citando Sean Connery ne Gli Intoccabili. Secondo i No Box il parere contrario, a questo punto, non basta più. “Ci vuole altro – ha fatto eco Daniele Quatrano di Napoli Solidale -: potremmo chiedere al consiglio comunale di votare sul progetto cambiato”. Salvatore Pace del gruppo misto ha invocato una mozione, atto politicamente più forte, da approvare dopo l’ordine del giorno.
Ma le carte bollate non sono finite. Antimo Di Martino, tecnico dei No Box, ha annunciato una terza diffida alla conferenza di servizi. “Perché devono sapere cosa fanno” ha spiegato, ricordando come piazza degli Artisti sia “designata quale area di emergenza in caso di sisma”. Nel mirino degli oppositori le difformità tra progetto originario e quello odierno: questo avrebbe azzerato l’iter di assenso. Rino Nasti, capogruppo di Europa Verde, ne ha bocciato il “modello trasportistico non sostenibile: auto, auto e auto”. Il collega Luca Bonetti ha rilanciato: “Approvato il parere contrario, devono partire subito condotte politiche e atti amministrativi per evitare questo scempio”. Palazzo San Giacomo, però, non ha mai mostrato tentennamenti. Sinora nessuna retromarcia, per l’ok ai 192 box privati, realizzati su suolo pubblico. A disporlo è la convenzione del 2017, stipulata con l’appaltatrice cooperativa Napoli 2000, forte di una sentenza al Consiglio di Stato.
Nel parere negativo, la municipalità si appella ai “notevoli mutamenti”, subiti dal progetto. E lo bolla come uno dei “modelli di accentramento ormai superati in tante città europee”. “Un’opera altamente invasiva – afferma il documento -, concepita per consentire a pochi cittadini di godere a proprio esclusivo vantaggio, e per un tempo di 99 anni, di uno box auto in virtù di un “discutibile” vincolo di pertinenzialità che sarebbe realizzata anche per chi è domiciliato a due chilometri di distanza”. Si paventa inoltre “il concreto pericolo di un totale congestionamento della circolazione”, per la durata dei lavori. E si evoca la stima dei “circa 10000 viaggi eseguiti da camion“, per il solo primo stralcio funzionale di piazza degli Artisti. Gli altri due sono previsti nelle vie Tino di Camaino e Casale De Bustis. E poi la vicenda box incrocia un’altra storia controversa. La nuova viabilità, voluta dall’amministrazione municipale, con la chiusura di metà piazza degli Artisti. Scelta, a sua volta, oggetto di aspre dispute. Il mese scorso, il consiglio a maggioranza ha dato il via libera alla proposta di pedonalizzazione. Ora l’ultima parola spetta al Comune. “Dal parcheggio non verrebbe alcun beneficio al territorio” ha ribadito Cozzolino. “Siamo centrosinistra, ma stavolta non andiamo nella direzione dell’amministrazione comunale” ha sottolineato Paolo Pace della rete Per. E adesso se la sbroglierà la conferenza di servizi.