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I cittadini di Bagnoli glielo chiedevano da tempo, e lo avevano ribadito in corteo lo scorso 29 settembre. Ora il sindaco Manfredi ha accettato di incontrarli. Il confronto si terrà il prossimo 4 dicembre, alle 17.00, nella sede della X Municipalità. Residenti e comitati di Bagnoli, all’assemblea pubblica, invocheranno “risposte chiare e informazioni su bonifica, lavoro, colmata e piano bradisismo“. Tanti i problemi dell’area, innumerevoli i nodi da sciogliere. In prima linea realtà movimentiste come Laboratorio Politico Iskra, Mare libero e gratuito Napoli e Villa Medusa – Casa del Popolo. In cima all’agenda sempre la questione ambientale. I movimenti, in un documento congiunto, lamentano una “ennesima fase di stallo delle bonifiche dei suoli inquinati“, da quando “l‘autorità commissariale governativa dell’area è passata nelle mani del Sindaco Manfredi“. Una nuova “nube di incertezza sul futuro“, a dispetto della “reale concretizzazione e accelerazione” del biennio 2021-22. E all’ormai cronica piaga delle bonifiche, si è sovrapposto il ritorno del bradisismo in zona flegrea. Un’intensificazione registrata dal 18 Agosto di quest’anno, con “costanti sciami sismici e scosse che hanno raggiunto i 4 gradi di magnitudo, tanto forti da smuovere palazzi e scatenare il panico tra la gente”.

Bocciando ancora “il piano iniziale del commissariamento previsto da Renzi nell’articolo 33 della Legge Sblocca-Italia”, si sollecita dunque un cambio di passo. Lo strumento individuato è “il controllo popolare sul processo di bonifica e su ciò che sorgerà successivamente”. E come in passato, anche oggi i movimenti continuano “a porre il problema della proprietà dei suoli dell’area affidata al Soggetto Attuatore (Invitalia, ndr)”. Ad uno sviluppo “privato e privatistico“, si intende contrapporre “la riappropriazione fisica, sociale e lavorativa di 22 ettari di terreno sottratti dal 1992 alla popolazione“. In sostanza “una garanzia futura per la gente del territorio di poter usufruire collettivamente e gratuitamente di queste aree”. Lo snodo è centrale. Il tema risanamento, infatti, incrocia l’altra grande ferita: la disoccupazione. Si vorrebbero “clausole sociali per il lavoro” per le aziende vincitrici degli appalti delle bonifiche. Si parla di corsie preferenziali ai giovani “del quartiere e delle zone limitrofe“, nelle procedure di assunzione. Lo considerano un “risarcimento umano e sociale alla devastazione ambientale” subita dagli abitanti.

La svolta reclamata, insomma, è radicale. “Non basta – avvertono i cittadini – portare via qualche materiale inquinante o bonificare singole aree (vedi il collettore di Sant’Antonio e la porta del parco) se continua ad esserci poca chiarezza sulla continuità del processo, sulla disposizione di risorse e tecnologie e sulla manodopera impiegata“. Tra gli “elementi centrali e da troppo tempo volontariamente trascurati“, si citano “la rimozione della colmata, la liberazione della linea di costa, e soprattutto le dotazioni finanziarie ad oggi ampiamente dichiarate insufficienti” per una compiuta riqualificazione. A Manfredi si ricorda: “Ci sono responsabilità politiche da assumersi immediatamente“. Dal sindaco si pretende un ruolo di “garante del processo di bonifica e rigenerazione dell’Area Sin Bagnoli-Coroglio”. Primo atto richiesto: “Il ripristino di consultazioni mensili pubbliche con il territorio”. Tra gli aspetti da trattare anche “stato degli appalti; accesso graduale alle aree già bonificate; apertura dell’area di Via Cocchia; programmazione per l’accesso al mare e infrastrutture pubbliche“. Vasto programma, avrebbe detto De Gaulle. Chissà come risponderà Manfredi.