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NAPOLI – Il commissario regionale del Partito Democratico campano Francesco Boccia, sottobraccio a Stefano Graziano neo vice per gli enti locali del sud, si è presentato in piazza Municipio dove da oggi fino a domenica è in corso la Festa dell’Unità, e ha detto delle cose interessanti sulla situazione politica che proprio in queste ore, a Roma, con il possibile strappo dei 5 Stelle con la maggioranza Draghi, potrebbe segnare il destino della legislatura.
 
In primis, Boccia ripete che “con un campo valoriale condiviso”, il centrosinistra formato “campo largo” può puntare a vincere le prossime elezioni politiche. “Proprio qui a Napoli, la coalizione di Gaetano Manfredi (che mise assieme 13 liste, ndr) l’ha fatto capire”.
 
E poi, a chi gli fa presente i mal di pancia dei 5 Stelle anche sul fronte alleanze: “Le alleanze non sono un insieme di sigle. E proprio Napoli lo sa particolarmente: Manfredi ha iniziato la sua corsa, un anno fa, sulla base del Patto per Napoli, una cosa concreta che ha impegnato le forze progressiste anche in Parlamento. Per questo, ancora oggi, il nostro appello è all’unità dei progressisti”.
 
Ma il Movimento 5 Stelle è una formazione politica da considerare ancora progressista?
 
“Io l’ho sempre considerata tale. Del resto, dieci anni fa, non sarebbe nemmeno nato se la sinistra avesse fatto la sinistra”.
 
Quante chance ci sono per ricucire e salvare il governo Draghi?
 
“Noi, con il segretario Enrico Letta, ci stiamo provando in prima fila”.
 
C’è un piano B nel caso in cui Conte e i suoi andassero fino in fondo?
 
“Il piano b è il confronto con gli elettori”.
 
Elezioni?
 
“Sarà una valutazione del presidente Mattarella…”
 
Con questa legge elettorale?
 
“Noi vorremmo cambiarla. Ma i nostri numeri, dopo la sconfitta del 2018 e la scissione che abbiamo subito, non sono sufficienti per modificarla da soli…”