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Sono 42 gli orologi di lusso, in prevalenza Rolex, che Oscar Pecorelli, classe 1979, e la moglie Mariangela Carrozza, 43 anni, avrebbero utilizzato con l’intento di riciclare i proventi delle loro attività illecite. La circostanza emerge dalle indagini che oggi hanno portato Polizia e Carabinieri all’esecuzione di 19 misure cautelari e al sequestro d’urgenza di beni per 8 milioni di euro da parte dei finanzieri, a due gruppi criminali riconducibili al clan di camorra Lo Russo sgominati a Napoli. Tra questi orologi, che venivano poi messi in vendita anche on-line attarverso siti specializzati, figurano Rolex Yacht Master in oro rosa, da 22mila euro, Rolex Daytona in acciaio e oro e anche un Rolex Daytona in oro bianco e brillantini. Le attività riconducibili a Pecorelli, detto “o’ malomm”, sono molteplici: innanzitutto con le aziende intestate a prestanome evadeva l’Iva per decine di milioni di euro. Poi c’era l’usura con tassi d’interesse che sfioravano il 30 percento. Servendosi di un esperto informatico e utilizzando un conto corrente intestato a Mariangela Carrozza, è poi emerso, attraverso 4 bonifici per complessivi 43.500 euro trasformati in moneta virtuale, è stato acquistato a Dubai da un loro delegato un Rolex Chronograph in ceramica successivamente messo in vendita su un sito spec a 57mila euro. Il 45enne Oscar Pecorelli era un punto di riferimento del clan Lo Russo malgrado fosse da anni in carcere. Grazie a un cellulare ‘segreto’ impartiva direttive e ordini dal carcere di Milano Opera, come testimoniano le conversazioni intercettate dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza, fino al aprile 2023, e dai carabinieri del nucleo investigativo dei carabinieri nell’anno in corso. I summit, organizzati a casa dalla moglie attraverso WhatsApp e Skype (successivamente anche con Teams, Google Duo, Webex e altre applicazioni) avrebbero preso parte le varie anime dei clan. Ma “o’ malomm” non comunicava con l’esterno solo attraverso queste applicazioni: utilizzava e utilizza ancora – lecitamente, ma solo per “ragioni di difesa giudiziaria” – anche un computer grazie al quale può inviare delle mail. A gestire il sistema è un’azienda che ha assunto tre detenuti due dei quali sono adibiti al call center e uno al servizio mail di cui – è emerso – Oscar Pecorelli fa uso intenso. I gruppi criminali in questione (Scognamiglio e Pecorelli) inoltre, sono caratterizzati da un uso particolarmente spregiudicato delle armi, come accaduto in occasione dell’omicidio di Salvatore Milano, storico appartenente al Clan Lo Russo, il 22 aprile 2021, vittima di un brutale assassinio preventivo, finalizzato a stoppare eventuali repliche dei rivali. Tra i destinatari delle misure cautelari figura anche un dipendente compiacente dell’ospedale Monaldi che, il 29 marzo del 2021 ha “favorito” l’irruzione di un commando che poi ha messo a segno una aggressione ai danni di alcuni suoi colleghi scattata per motivi legati alla compravendita dei posti di lavoro a favore di persone vicine al clan.