“In questa vicenda, forse per la prima volta, è saltato il muro di omertà e c’è stata piena collaborazione della cittadinanza con diversi testimoni che hanno fornito preziose informazioni agli inquirenti”. Lo sottolinea, in una nota, il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che fa anche sapere che sta seguendo la vicenda da vicino all’ospedale Santobono anche e soprattutto per sincerarsi delle condizioni della bambina ferita.
“Il cerchio si stringe – dice ancora Borrelli – ci auguriamo che a stretto giro si riescano a ricostruire tutte le dinamiche e che i colpevoli vengano condannati duramente per tentata strage e che si verifichi la provenienza delle armi. Dato che entrambi, anche per questioni familiari, sono legati al clan D’Avino, magari è stato proprio esso a consegnare le ormai ai due”.
“Ora diverse comunità cittadine si sono strette attorno alla famiglia colpita dai proiettili – informa il deputato – noi stessi daremo vita, tramite la nostra portavoce territoriale Ines Barone, a una manifestazione a Sant’Anastasia. Ma questa repulsione collettiva nei confronti della camorra deve poi proseguire ad oltranza, perché soltanto se la si smetterà di trovare giustificazioni, come del tipo ‘finché si ammazzano tra loro…’, di voltare la testa dall’altra parte, di accettare il fenomeno camorristico come un vestito culturale di cui non siamo capaci di disfarci altrimenti resteremmo nudi, di ragionare soltanto per impulsi emotivi pensando che i clan esistano solo quando sparano, la cultura della camorra e dell’omertà potranno essere cancellate dalla nostra terra”.
“Se è difficile mandare giù che il popolo si ribelli soltanto in base agli impulsi emotivi, – conclude Borrelli – è inaccettabile che lo faccia lo Stato. Esso ha l’obbligo di combattere le mafie in ogni sede, con ogni mezzo e in ogni stagione, anche sostenendo e tutelando chi da sempre è impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata”.