Quarto (Na) – “Siamo venuti a conoscenza di quanto denunciato dal sindaco di Quarto, Antonio Sabino e dal responsabile per la gestione dei beni confiscati del Comune, Nello Mazzone, ovvero del messaggio ricevuto via whatsapp nel quale venivano criticati gli eventi che si svolgono a via Nicotera 15, sul bene confiscato Casa Mehari, divenuto un centro che accoglie numerose attività di natura sociale e culturale, in quanto alcuni cittadini si sentirebbero “impossibilitati e sequestrati di uscire di casa” a causa degli stessi eventi, contestando al Comune di “mancare di rispetto” ai residenti. Il sindaco e il responsabile per i beni confiscati hanno celermente informato i Carabinieri e la Procura circa il messaggio ricevuto. Come Fondazione Pol.i.s. siamo vicini al sindaco e al responsabile per i beni confiscati, ricordando l’importante opera a favore del territorio che hanno intrapreso nella gestione dei beni confiscati, facendoli divenire luoghi di riscatto sociale e di benessere per l’intera cittadinanza”. E’ quanto si legge in una nota.
“Ci chiediamo se le stesse persone che hanno inviato questo messaggio siano state così solerti a fare altrettanto quando in quel luogo venivano compiute azioni di tutt’altra natura.
Purtroppo queste forme di contrasto non sono nuove a chi ogni giorno si impegna per rendere i luoghi, un tempo simbolo della violenza e della prevaricazione, fari di legalità e condivisione. Siamo certi- prosegue ancora la nota – che quanto accaduto non farà altro che rafforzare l’impegno del Comune di Quarto sulla strada intrapresa nell’utilizzo virtuoso dei beni confiscati, con il nostro appoggio e il nostro contributo. Da oggi partirà infatti un approfondimento sul nostro sito su determinate realtà che operano sui beni confiscati, a partire proprio dall’esempio virtuoso di Quarto”.