“No, a nuove costruzioni a Bagnoli. Nella zona rossa dei Campi Flegrei il rischio vulcanico, ma non attualmente, è rappresentato dal verificarsi di un base surge, vale a dire una onda esplosiva laterale….”. L’allarme è del geochimico Benedetto De Vivo, e irrompe nel mezzo della diatriba. Nell’ex area industriale, sulle licenze edilizie, si sta consumando uno scontro. Da un lato il governo, pronto ad agitare lo spettro del bradisismo. Dall’altra il sindaco Gaetano Manfredi, di tutt’altra idea. Ma intanto c’è un fatto compiuto. Appena convertito in legge, il decreto Campi Flegrei impone lo stop a nuove abitazioni. Ha prevalso la linea rigorista del ministro Musumeci. Per il titolare del dicastero del Mezzogiorno, è stata “criminale” la politica urbanistica “che ha consentito le costruzioni nei Campi flegrei”. Da qui l’ultimo divieto al rilascio di licenze edilizie.
All’opposto è Manfredi, commissario di governo per Bagnoli. Secondo il sindaco, è la tecnica a fare la differenza. E con l’ingegneria moderna, edifici sicuri sarebbero possibili. Manfredi non arretra neppure davanti al decreto. Ed è convinto di trovare un punto d’equilibrio. Un’interpretazione della legge, accettabile anche per Palazzo Chigi. Ma De Vivo non è d’accordo. Ritiene di “buon senso” la posizione del ministro. “Manfredi – afferma il geochimico – ha dichiarato che le case residenziali in Zona Rossa in particolare a Bagnoli, si possono costruire, basta sapere come. Sembra evidente quali siano gli interessi del Sindaco e della maggioranza che lo sostiene”. Il problema sarebbe alla base: nel metodo. Sarebbe errato il punto di valutazione.
“Penso, comunque, che – sostiene De Vivo – Manfredi ragioni come se il rischio nei Campi Flegrei, fosse solo sismico. In realtà il rischio è essenzialmente vulcanico, anche se non incombente per il bradisismo in atto”. Insomma, le recenti scosse c’entrano fino a un certo punto. E i rischi potenziali sarebbero perfino peggiori. “Nei Campi Flegrei in Zona Rossa, per chiarire al Sindaco Manfredi e ai cittadini – argomenta il ricercatore -, si potrebbe verificare – si spera in tempi lontani – un base surge che avrebbe lo stesso potere distruttivo di una bomba atomica che scoppia sotto i piedi”. Il caso in questione è meglio definito come ‘onda esplosiva piroclastica laterale’. “È un fenomeno naturale – spiega De Vivo – che si verifica in modo catastrofico nei vulcani esplosivi. Il fenomeno naturale, assolutamente distruttivo, è del tutto simile a quello che si verifica in una esplosione nucleare”. L’ipotetico scenario è apocalittico. Il principio di precauzione consiglierebbe dunque massima prudenza. Anche De Vivo, non da oggi, invoca una moratoria alle costruzioni (“senza se e senza ma”). Tutto il contrario di quanto previsto dal piano per Bagnoli. Si intende: almeno prima del decreto. Da ex docente della Federico II, il geochimico critica l’ex rettore Manfredi (“straparla”), accusandolo di “supponenza autoreferenziale”. Il nodo di Bagnoli, a suo dire, richiederebbe “competenze vulcanologiche”. Il sindaco è invece un ingegnere strutturista. Ma di colate di cemento, par di capire, se ne intende parecchio.