NAPOLI – A Bagnoli, nonostante tutto, vale a dire nonostante la riconversione turistica promessa da trent’anni ma mai concretizzata, c’è il mare.
Anzi, per la precisione, c’è un lido comunale. Dove, quindi, i cittadini potrebbero trovare senza spendere soldi un po’ di refrigerio dal gran caldo di quest’estate.
Sta di fatto che questo lido è interdetto ai bagnanti. O meglio: agli aspiranti tali. Perché?
Questo è l’interrogativo che questa mattina ha animato la piccola ma significativa azione dimostrativa di Massimo Scherillo e Arianna Mocerino che, nelle vesti di consiglieri in quota rispettivamente Forza Italia e Fratelli d’Italia della decima Municipalità (quella, appunto, che amministra i quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta), hanno voluto verificare di persona se ci fosse qualche impedimento che effettivamente porti a vietare l’utilizzo della spiaggia pubblica.
“Abbiamo visto, non c’è nulla che possa privare i cittadini di un bene così prezioso come questa parte di arenile e il mare”, ha spiegato, però, Scherillo.
“Nei giorni scorsi, da presidente della commissione trasparenza, ho chiesto agli uffici comunali competenti dell’ufficio tecnico il motivo per cui questa parte di litorale continua ad essere interdetta. Ma non ho avuto alcuna risposta davvero valida. Così come si presenta il lido oggi, se c’è qualcosa da mettere a posto, richiede al massimo un paio d’ore di lavoro da parte di un addetto comunale. Come dimostrano le foto che abbiamo fatto, non c’è alcun reale impedimento, nessun rischio per chi volesse ancora approfittare del nostro mare senza spendere soldi”.
“Spero che l’amministrazione comunale se ne renda conto quanto prima. Si fa un gran parlare di spiagge libere, lidi sicuri, mare a portata di tutti, beni comuni. Ma poi – ha concluso Scherillo – chi amministra la città non si dimostra consequenziale. Tante chiacchiere e zero fatti. Perché impedire l’accesso a questo lido comunale? Per andare al mare nella nostra città bisogna per forza mettere mano al portafogli? Gli spazi comunali, lungo tutta la linea di costa, sono già così limitati: non ci sembra giusto che, con la crisi economica in corso, tante famiglie e, con esse, tanti bambini, alla prova dei fatti, debbano essere costrette a rinunciare al mare”.