Un miliardo e 216 milioni di euro, per “l’opera di rigenerazione più ambiziosa d’Europa”. Giorgia Meloni è a Bagnoli, per firmare il protocollo d’intesa sull’ex area industriale di Napoli Ovest. Ad accoglierla il sindaco-commissario di governo Gaetano Manfredi, l’ad di Invitalia, Bernardo Mattarella, e un corrucciato Vincenzo De Luca. Il governatore le stringe la mano all’arrivo, dopo l’incontro al vetriolo di Caivano.
E quando Meloni lo chiama sul palco, per la foto di rito, appare contrariato. “Ci siamo salutati con sobrietà, niente colpi bassi” dice De Luca al termine. Qualche passo verso il disgelo c’è. Ma non sembrano annullarsi le distanze tra Palazzo Santa Lucia e Palazzo Chigi. Al ministro Raffaele Fitto, presente all’auditorium del Parco di Bagnoli, fa sapere “che non manca più nulla per approvare l’accordo di coesione”. Venerdì scorso, da Roma alla Regione sono stati chiesti i Cup di alcuni progetti, i codici identificativi di ogni investimento pubblico. “Gli ho detto che glieli abbiamo mandati già sabato – spiega De Luca -, quindi non c’è più nulla da mandare. Ha detto che allora andremo avanti”. Il governatore però tiene il punto sulle risorse per Bagnoli, al centro del protocollo. “Sono fondi della Regione” ribadisce, riattizzando la polemica. “Il miliardo e 200 milioni – sottolinea – sono stati attribuiti alla Regione il 3 agosto 2023″.
Agli antipodi Manfredi, dinanzi al braccio di ferro De Luca-Meloni. “Dialoghiamo con tutti” ripete il sindaco. Su Bagnoli vede “la volta buona”, e promette: “Le opere partiranno a breve”. Dal palco Meloni inizia con umiltà. Fuori c’è un corteo di protesta, contro “l’ennesima passerella”. Ai manifestanti la premier direbbe “che li capisco”. A scanso di equivoci: “Dagli slogan direi che sono centri sociali, ma se non lo fossero, se fossero comitati di cittadini”. Eppure gli riconosce delle ragioni. “Qui – ammette la presidente del consiglio – tante promesse sono state fatte e tradite”. E tuttavia “direi loro di darci la possibilità di dimostrare che le cose si possono cambiare”.
Dopo il saio, Meloni torna spavalda. Il discorso si fa subito alato. “A Bagnoli la politica si sfidi su obiettivi difficili”. E il risanamento sarà “investimento strategico”. L’ex sito industriale, giura, “da area abbandonata diventerà un polo turistico moderno”. La premier non si fa mancare bacchettate, perché qui “le risorse non sempre sono state usate per interventi strategici”. E naturalmente “sbaglia chi faceva solo assistenzialismo”. Stop. Gli annunci sono finiti. D’ora in poi, si attendono i fatti.