NAPOLI – Nel giorno di San Valentino, a Paolo Giulierini, il direttore del Mann, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è venuto in mente di organizzare una presentazione dell’ultimo libro di Marino Niola ed Elisabetta Moro: “Baciarsi”.
I due antropologi, nel loro lavoro edito da Einaudi, spiegano perchè, come, da quando ci baciamo.
E che ci sono anche i baci politici.
“Come quello di Brezhnev e Honecker del 1979, un bacio socialista”.
Il riferimento è all’immagine che ha immortalato l’allora focoso leader dell’Unione Sovietica e il presidente della Germania dell’Est: uno degli scatti più famosi del Novecento (di Règis Bossu) replicato, tra l’altro, in un famosissimo murales lungo la East Side Gallery del Muro di Berlino, poco dopo la sua caduta.
“Ancora oggi – spiega la professoressa Moro – se andiamo in Russia, di baci, soprattutto i maschi, se ne danno tre. E all’epoca, quello socialista tra Brezhnev e Honecker, li svelò all’Occidente anche tra maschi di un certo livello…”.
Fatto sta che nel libro si scopre anche un’altra sorpresa a proposito di baci politici. “Nel Settecento, abbiamo scoperto che la Nazione che più ha amato i baci, smentendo lo stereotipo del ‘niente sesso, siamo inglesi’, è stata l’Inghilterra. Tant’è che ha inventato i baci di scambio”.
Proprio così: Napoli non ha il primato del voto di scambio. Nel XVIII secolo, in Inghilterra era diffusa la pratica di conquistare dei voti dando in cambio dei baci. E una delle promotrici di questo metodo fu un nome destinato a segnare la storia britannica: Georgiana Spencer, duchessa del Devonshire nonchè antenata di Diana. Sì, proprio lei: Lady D. “Baciava gli uomini con diritto di voto in cambio di una preferenza per i Wigh in contrapposizione ai Tories, quindi per i progressisti”.
“Ma dopo di lei, anche le suffragiste, le protagoniste del movimento che all’inizio del Novecento si batteva per il voto universale allargato alle donne, ad un certo punto, siccome tutti le prendevano già in giro dicendo che erano donnine troppo leggere, in effetti, cominciarono ad andarono in giro dicendo che si sarebbero prestate a chissà cosa, essendo così libere di pensiero, e cominciarono a baciare gli uomini in cambio di voti a favore della loro causa”.
“Il bacio – riflette la professoressa Moro – in realtà, è profondamente dentro le trame di tutta la storia europea. Tant’è che c’è anche una commedia inglese con protagonista una donna che, con grande fierezza, dice di essersi rifiutata di dare baci di scambio e di aver fatto perdere le elezioni al marito: non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi a un formaggiaio puzzolente o un ciabattino sporco”. Era già la democrazia, bellezza.