“Il disegno di legge sull’autonomia differenziata del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli è approdato questo pomeriggio in Consiglio dei ministri per la prima approvazione da parte dell’esecutivo Meloni. Un ddl, approvato con gli applausi dei ministri, che si vorrebbe far proseguire con passo spedito, considerato anche l’imminente appuntamento elettorale lombardo, ma che procede in direzione errata e divisiva per il paese, con una serie di punti che tendono a rafforzare le posizioni delle regioni più ricche a danno di quelle più deboli“. Lo sottolinea, in una nota, Paola Raia, consigliere regionale della Campania, gruppo De Luca Presidente.
“In primo luogo non è condivisibile la scelta di far esaminare il provvedimento in Consiglio dei Ministri prima ancora che vengano definiti i Livelli essenziali delle prestazioni, per i quali, costi e fabbisogni standard saranno definiti e approvati con decreto dello stesso presidente del Consiglio, con Conferenza delle Regioni, le stesse regioni ed il Parlamento a fare da spettatori – spiega – Il secondo punto focale, sta nel fatto che per l’applicazione del ddl, non vengono previsti nuovi oneri a carico della finanza pubblica, di conseguenza senza immissione di risorse, come si potrà mai colmare il divario attuale tra le regioni, con quelle che hanno di meno, più problemi e ritardi, che si presenterebbero ai nastri di partenza, con un divario che non sarà mai colmato e le renderebbe dunque, ancora meno competitive e deficitarie strutturalmente. Fattore che verrebbe ulteriormente aggravato nel caso si perpetrasse l’ipotesi di trattenere il residuo fiscale per quelle regioni con maggiori introiti“.
“Se a tutto ciò, aggiungiamo anche l’intento di adottare contratti integrativi in settori vitali come sanità e scuola, per la quale si intende anche effettuare un piano di dimensionamento, appare più che evidente che per il meridione sarebbe un colpo mortale, che contribuirebbe ulteriormente ad incrementare quell’esodo, soprattutto delle giovani generazioni, verso il nord del paese e verso l’Europa, né più e né meno come avveniva negli anni del dopoguerra – conclude – C’è da augurarsi che ora la Conferenza unificata Stato-Regioni-Città, chiamata ad esprimere il proprio parere sul ddl, possa far valere le perplessità sui tanti squilibri che questo provvedimento andrebbe ad innescare nel tessuto territoriale, al fine di apportare quei necessari correttivi tesi ad unire e non a spaccare il paese, come del resto la stessa Presidente del Consiglio Meloni aveva auspicato nei giorni scorsi“.
Autonomia, Paola Raia: “Ddl rafforza posizioni delle regioni ricche”
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