NAPOLI – Energia e scuola: questi sono i due temi che più preoccupano il sindaco Gaetano Manfredi a proposito della riforma sull’autonomia differenziata. Per il primo cittadino di Napoli dovrebbero restare appannaggio dello Stato centrale e non passare nelle mani delle Regioni perché per loro occorrono “grandi politiche nazionali”.
Manfredi lo ha spiegato nel corso di una intervista che ha dato al meeting dell’Anci, l’associazione italiana dei comuni, che si sta svolgendo a Bergamo.
“Io credo che l’autonomia in sé sia un valore – ha spiegato il sindaco – ma bisogna chiedersi per cosa si fa. Temi come quello energetico e della scuola non possono essere affidati ad enti piccoli: hanno bisogno di una visione più grande. L’Italia, ad esempio, è tra i Paesi del G7 dove c’è il più alto numero di ragazzi senza titolo di studio e dove ci sono divari importanti non solo tra nord e sud del Paese, ma anche tra grandi aree urbane e aree interne. Per questo bisogna intervenire”.
Più in generale, il sindaco di Napoli, sull’autonomia differenziata, ha anche preteso che ci sia un maggior ascolto dei sindaci perché “stanno in prima linea, ma spesso senza poteri”.
Sta di fatto che Manfredi si è soffermato anche su altri temi, come il Pnrr. E’ giusto chiedere una proroga per le opere che non saranno pronte entro il 2026? Il sindaco l’ha messa così: “Bisognerebbe analizzare caso per caso perché è vero che per alcune opere sarà difficile rispettare quel limite temporale, ma è anche vero che bisogna evitare che si attendano 20 o 30 anni per un’opera pubblica: non vorrei che di proroga in proroga ci sia una deresponsabilizzazione. Se a Venezia avessimo completato il Mose in 15 anziché in 30 anni, ci saremmo evitati anni di costi inutili. Per questo, dopo che i Comuni sono stati prosciugati per anni, bisogna mettere i sindaci nelle condizioni di fare le cose”.
A proposito di legalità legata agli appalti del Pnrr, a Manfredi è stato chiesto, infine, come è la situazione a Napoli e il primo cittadino ha spiegato che si combatte il pericolo infiltrazioni con una collaborazione in essere con la Guardia di Finanza per il controllo delle gare. Ma su questo tema Manfredi ha acceso un altro allarme: quello delle interdittive antimafia che colpiscono le aziende ma che spesso arrivano troppo tardi. “Per capire subito chi si ha davanti, bisognerebbe velocizzare i controlli in maniera centralizzata”.