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Un presidio sotto la Regione Campania, nonostante la pioggia battente. E una fumata grigia, sulla vertenza degli aumenti dei canoni d’affitto degli alloggi popolari. Una delegazione di Sila Federinquilini e di assegnatari è stata ricevuta a Palazzo Santa Lucia. “Vi chiediamo di aprire una trattativa” ha esordito Gaetano Oliva, segretario del sindacato. La richiesta è di un nuovo incontro, tra una decina di giorni. Obiettivo di Sila Federinquilini è discutere le proposte di modifica al regolamento Acer, entrato in vigore il 1 gennaio. E da mesi sono in corso manifestazioni di piazza.

L’organizzazione sindacale invoca la revisione dei criteri di calcolo, per tenere conto del carovita. E inoltre la garanzia di investire i fondi nella manutenzione degli immobili. “Il cuore della protesta – spiega Giovanna Lo Giudice, consigliera della Municipalità 9 di Napoli – è la richiesta di una revisione della legge regionale e dei criteri di misura“. I manifestanti sostengono che “con l’aumento del costo della vita, le famiglie storiche – residenti da 50 anni negli alloggi – non possono essere equiparate a chi ha reddito zero o a chi genera redditi elevati”. Secondo Lo Giudice, “serve un sistema che tenga conto delle reali condizioni di vita e che non penalizzi chi cerca di vivere con dignità“. E si cercano “risposte su una situazione che sta diventando sempre più insostenibile”.

A rappresentare la Regione, Donata Vizzino della Direzione Generale per il Governo del Territorio. “La finalità dellla riforma, approvata nel 2019 e partita quest’anno – ha spiegato la dirigente – non era aumentate i canoni ma riordinare la materia, che non si toccava dal 1997“. A parte questo, a detta dell’ente “ci sono stati anche i ribassi, non solo aumenti”. Ma Vizzino ha assicurato: “La Regione è aperta alla trattativa sulla base dei dati concreti, dell’applicazione reale della nuova disciplina“. Senza giri di parole, gli inqulini presenti hanno invece denunciato: “Noi stiamo cadendo a pezzi, ma non solo noi. Sta cadendo a pezzi il parimonio dell’Acer, manutenzione non c’è”. Gli abitanti delle case popolari non rifiutano di “pagare”, ma pretendono condizioni chiare. “Se il proprietario vuole un aumento – hanno detto -, deve anche farci vivere in modo dignitoso”. Al termine della riunione, è prevalsa la cautela. “L’incontro ha portato solo a risposte parziali – ha commentato Lo Giudice -: poche certezze e molte promesse che faticano a concretizzarsi”. Ma uno spiraglio resta, per ora.