Nuove accuse per l’imprenditore Salvatore Langellotto accusato ora anche di atti persecutori nei confronti del giornalista del “Fatto Quotidiano” Vincenzo Iurillo. A notificare la misura cautelare degli arresti domiciliari – emessa dal gip di Torre Annunziata su richiesta dell’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso – sono stati gli agenti del commissariato di polizia di Sorrento.
I fatti che hanno visto vittima il cronista sono avvenuti sulla costiera Sorrentina, a Sant’Agnello e a Sorrento, rispettivamente il 9 aprile 2023 e lo scorso 26 gennaio. Da quest’ultima data Langellotto si trova ai domiciliari per l’aggressione al presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio D’Esposito, avvenuta il 26 marzo 2023. A causa delle intimidazioni subite, il giornalista de Il Fatto era sottoposto alla vigilanza da parte della Polizia di Stato.
Lo scopo di Salvatore Langellotto, arrestato oggi dalla Polizia per atti persecutori nei confronti del giornalista del Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo, era “chiaramente quello di zittire e comunque condizionare l’attività di soggetti… i quali sono, a vario titolo, espressione di quel baluardo di legalità a presidio della salvaguardia del territorio della penisola sorrentina”. Lo scrive il gip di Torre Annunziata (Napoli) nell’ordinanza con la quale ha disposto i domiciliari per Langellotto. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’indagato, pluripregiudicato e ritenuto anche legato alla criminalità organizzata, con le sue minacce avrebbe causato a Iurillo un grave stato di ansia e paura. Tutto è iniziato nell’aprile 2023 quando Langellotto ha minacciato Iurillo dicendogli di stare attento a quello che scriveva. Minacce reiterate nell’ottobre dello stesso anno (“eccolo lo scrittore, ma agli scrittori certe volte tagliano la testa”) e il 17 gennaio scorso, durante un servizio delle “Iene” (“dite al buon Iurillo che pensasse ai guai suoi, ai suoi scheletri nell’armadio e a chi era socio suo padre”).
Il culmine si è però raggiunto lo scorso 20 gennaio, quando Iurillo è stato inseguito da Langellotto fiancheggiato da altre due persone, fino in una farmacia a Sant’Agnello. Solo all’arrivo della polizia Langellotto ha desistito dal suo intento persecutorio e minaccioso che sarebbe legato agli articoli pubblicati sull’aggressione a D’Esposito e a un episodio che fece scalpore: la benedizione da parte del parroco di Sant’Agnello di camion della ditta riconducibile all’indagato. “Il comportamento assunto da Langellotto – scrive ancora il giudice – è sostanzialmente finalizzato ad intimorire quei soggetti, nel caso in esame Iurillo, di professione giornalista, inducendolo ad astenersi, in futuro, dalle proprie iniziative professionali, suscettibili di compromettere ulteriormente i propri interessi imprenditoriali”.