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Napoli – Troppe persone, troppa gente e così dalle immagini delle telecamere di sorveglianza non si è riuscito a distinguere l’uomo che questa mattina ha provato a dare fuoco ad una stanza al secondo piano dell’università Federico II di Napoli. Erano le otto di ieri mattina e a quell’ora, si sa, ci sono centinaia di studenti che affollano l’ateneo per seguire le lezioni. Quasi tutti poi indossano uno zaino, un elemento non da poco, in quanto secondo le forze dell’ordine che indagato sull’episodio, il potenziale attentatore aveva occultato la molotov in uno sacco: aveva probabilmente preparato tutto nei minimi dettagli. Si trattava di una tanica di tre litri di benzina con uno stoppino di stoffa troppo imbevuto. Questo non avrebbe permesso all’innesco di bruciare e far esplodere la tanica, ma solo di annerire una parete di legno. Ad intervenire un dipendente amministrativo che con l’estintore è riuscito a domare l’incendio. Secondo quanto accertato nella prima fase delle indagini condotte dalla Digos e dalla Scientifica di Napoli l’obiettivo era il “Coinor”, il centro decisionale per progetti innovativi e di sviluppo tra l’Ateneo federiciano, i privati e studenti. Volevano colpire per vendetta o forse per bruciare documenti importanti ma la fretta o l’arrivo di qualche dipendente non ha permesso all’attentatore di mettere in pratica il proprio obiettivo fino in fondo. Dalle immagini delle telecamere esterne non ci sono immagini utili per risalire al responsabile. Si tende, almeno per ora, ad escludere la matrice estremistica, politica o antagonista. Ma oggi sono in corso altri accertamenti.