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Napoli – La sfida di domani a Bergamo contro l’Atalanta “è una di quelle partite che ti guardano negli occhi. Chi abbassa gli occhi in 90′ perde, contro una squadra che sa mantenere livello alto di forza e ritmo, che è costruita bene. Non basterà una giocata, una finta per vincere, ma 95′ di sportellate, ribattendo colpo su colpo”. Così il tecnico del Napoli Luciano Spalletti parla della gara di domani: “Sono d’accordo con Koulibaly – dice – che da qui alla fine siamo napoletani e quindi abbiamo voglia di scrivere il percorso nelle ultime otto partite, anche se difficili”.

Su Mertens – “Mertens è diventato napoletano perché ama questa città. Oltre all’amore per i tifosi domani deve anche dimostrare al neonato figlio Ciro di che pasta è fatto suo papà come calciatore”, ha detto Spalletti parlando del belga, che domani avrà il compito di non far rimpiangere Osimhen: “Pochi stranieri – dice Spalletti – si sono integrati nella storia in una città e in una tifoseria come lui. Spero che domani mi presenti il conto di quelle volte che non l’ho scelto e che avrebbe potuto giocare, perchè con una rosa così, spesso penalizzi qualcuno con le scelte. E’ un calciatore che può cambiare le sorti delle partite, è uno dei leader nello spogliatoio”.

Nazionale – “Per la nazionale è bene continuare con Mancini ct, è la strada giusta. Ha molti giovani nel gruppo, che servono per il futuro, e ha vinto l’Europeo. Si può sbagliare una partita come è successo ma resta la qualità del gioco, del centrocampo, di molti che ha portato in nazionale. E’ chiaro – dice – che ci sono cose da migliorare come sempre. Sicuramente in Italia siamo indietro per stadi e strutture, perché per lavorare al meglio servono le infrastrutture e gli stadi di proprietà. Poi c’è anche il difetto che ai bambini si inculca la volontà della vittoria, invece bisogna farli giocare per tirare fuori la qualità senza cercare di vincere sempre il torneino da bimbi. Il settore giovanile non si vede dai tornei vinti ma da quanti calciatori fai crescere per essere d’aiuto al calcio nazionale”.

Umore di Insigne – “E’ sempre uguale nello spogliatoio – dice – può essere che sia turbato ma nel modo di confrontarsi con noi non lo dà a vedere, arriva sempre tra i primi agli allenamenti, è sempre disponibile e gioioso con tutti e in allenamento fa vedere cose che a volte non ha fatto vedere in partita e questo un po’ mi dispiace che non riesca a ripetere le sue qualità che si vedono quotidianamente”.