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Napoli – Articolo Uno Napoli e Articolo Uno Campania, in una nota, “denunciano con forza il tentativo del ministro Gelmini di accelerare l’iter del regionalismo differenziato”.In un frangente così pericoloso e drammatico, per l’Italia e tutto il mondo (pandemia, guerra, crisi economica), le forze di destra – ricorda Articolo Uno – chiedono l’abolizione del Reddito di cittadinanza e si oppongono alla definizione di un salario minimo garantito (recentissima notizia, nei prossimi giorni il Bundesrat tedesco approverà la cifra minima di 12 euro l’ora; il principio del salario minimo sarà direttiva della UE, ancorché non vincolante per i paesi membri), ma, nel contempo, le stesse forze politiche vanno avanti nella ‘secessione dei ricchi'”. “Secondo notizie di stampa, il ministro Gelmini – si legge ancora nella nota – vorrebbe approvata entro luglio la legge quadro che di fatto riceve l’approvazione trasversale di presidenti di varie regioni, di forze politiche varie: Veneto, Lombardia, Emilia, a cui sembra si aggiungano Piemonte e Toscana. L’articolo 4 del provvedimento prevederebbe che le risorse finanziarie necessarie all’esercizio, da parte della Regione, delle funzioni trasferite, siano determinate dall’ammontare della spesa storica sostenuta in quella regione. E la perequazione? E i Livelli essenziali delle prestazioni? In questo modo tali regioni non parteciperebbero al processo perequativo nazionale, in nome di una presunta efficienza (tutta da dimostrare, e che certo non si è vista nella gestione della drammatica pandemia) di queste regioni, che per decenni hanno ricevuto più risorse di quante ne avrebbero dovute ricevere”. Articolo Uno Napoli e Articolo Uno Campania denunciano inoltre “il tentativo di sottrarre di fatto al Parlamento il ruolo di decisore finale, affidando ad una trattativa tra ministro stesso e singola regione la redazione di un ‘accordo’ che poi, senza possibilità di modifica, dovrebbe solo venir approvato dalle Camere”. “Chiedendo ai parlamentari e membri del governo di Articolo Uno di farsi interpreti, chiamando in causa direttamente il Presidente del Consiglio, di questo disagio, di questa contrarietà, davanti ad un provvedimento antistorico, antidemocratico, che spaccherebbe il paese, e che stravolge spirito e lettera della Costituzione, Articolo Uno Napoli e Articolo Uno Campania – conclude la nota – si aspettano che il governo confermi, e migliori se necessario, il Reddito di Cittadinanza e istituisca il salario minimo garantito; chiedono che si faccia chiarezza anche sulla questione autonomia differenziata, fermandone la corsa, stabilendo che senza Livelli essenziali delle prestazioni non si può neanche parlare di autonomia, e, ancora, che su alcune materie non può essere consentita nessuna autonomia: tutela della salute e servizio sanitario nazionale; tutela e sicurezza del lavoro; scuola, università, ricerca scientifica e tecnologica; reti nazionali e interregionali di trasporto e di navigazione; porti e aeroporti civili di rilievo nazionale e interregionale; reti e ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale e interregionale dell’energia”.