Ricercato dal 16 ottobre 2022, è stato arrestato ieri sera a Napoli dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Taranto, al termine di una complessa attività investigativa che ha posto fine alla sua latitanza.
Sull’uomo, un 35enne tarantino, gravavano due ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia, rispettivamente negli anni 2022, per il reato di “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”, e 2023, per i reati di “associazione finalizzata al traffico di stupefacenti” e “trasferimento fraudolento di valori”, nell’ambito di due indagini che avevano colpito numerosi presunti appartenenti rispettivamente al clan Pascali di Taranto (Paolo VI) e al clan Sudoso di Statte (TA).
L’arrestato, inoltre, era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Taranto, per l’espiazione di una pena detentiva di 3 anni, poiché riconosciuto colpevole di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
La complessa attività di ricerca del catturando, coordinata dalla DDA di Lecce, ha visto i Carabinieri impegnati in un paziente e meticoloso lavoro di raccolta dati, attraverso una tradizionale attività di indagine e senza il supporto di ausili tecnici: in particolare, sono stati effettuati approfonditi monitoraggi in diversi scali aeroportuali dell’Italia meridionale, con analisi dei dati estrapolati dallo studio di numerosi voli, nonché attraverso la visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza. La prolungata attività investigativa ha, quindi, portato i militari a concentrare l’attenzione sullo scalo partenopeo, dove ieri sera, il latitante è stato bloccato poco prima che si imbarcasse, con un documento falso, su un volo diretto in Spagna. L’uomo, sorpreso dal repentino intervento dei Carabinieri, mimetizzatisi tra i passeggeri in partenza, non ha opposto resistenza né ha tentato di negare la propria identità.
Condotto in caserma, al termine delle formalità di rito, il 35enne è stato associato al carcere di Napoli – Poggioreale. È importante sottolineare che l’eventuale responsabilità dell’indagato dovrà essere accertata con sentenza definitiva, valendo, fino ad allora, la presunzione di innocenza.