“La Cassazione ha dato ragione al Napoli: l’ammutinamento del 2019 fu un errore. E’ un importante precedente, De Laurentiis molto soddisfatto. Hysaj è stato condannato, lo stesso dovrebbe accadere ad Allan”. Queste le parole dell’avvocato del Napoli Mattia Grassani a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live. “In merito all’ammutinamento della squadra nel 2019 la Cassazione ha dato ragione alla società, rigettando il ricorso di Hysaj (che dovrà pagare 40mila euro di multa più le spese processuali, ndr). Si tratta della prima decisione della Cassazione su un ritiro comandato dal club nei confronti dei professionisti e per questo motivo farà giurisprudenza. La sentenza entra nel merito dei diritti e doveri dei calciatori quando la società non è soddisfatta del loro rendimento”.
“I calciatori – ha detto l’avvocato della SSC Napoli a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live – avevano definito punitivo il ritiro del Napoli, invece con quella decisione il presidente De Laurentiis voleva ricompattare l’ambiente. Tale provvedimento, ed è stata la prima volta, fu rifiutato dall’intera rosa della prima squadra e accettato soltanto dallo staff tecnico. Si tratta di un precedente che farà giurisprudenza perché questa è la prima sentenza della Cassazione in materia di ritiri disposti per recuperare la forma psicofisica di fronte a prestazioni che il club giudica non in linea con la qualità della rosa. Hysaj è l’unico che ha coltivato i tre gradi di giudizio, arrivando appunto alla decisione di ieri sera della Cassazione. Gli altri furono colpiti dalle decisioni dopo il pronunciamento del collegio arbitrale o del tribunale, chiudendo la contesa. Resta aperto il caso Allan, che fu indicato allora come il portabandiera della cosiddetta ‘ribellione’. L’ex calciatore del Napoli ha opposto ricorso in Cassazione per cui ancora non è stata fissata la data della sentenza. Fondamentalmente, se farà giurisprudenza il pronunciamento di ieri, come pensiamo, anche il ricorso di Allan subirà lo stesso esito del ricorso di Hysaj. Altri calciatori, come Fabian Ruiz, Maksimovic, Insigne, ad esempio, ed altri hanno pagato. Ho sentito De Laurentiis, che fu coinvolto in prima persona insieme al figlio Edoardo, presente nello spogliatoio al momento dell’evento. Il presidente è molto soddisfatto perché la decisione della Cassazione certifica, con bolla definitiva, che il comportamento della società fu assolutamente legittimo. È una sentenza che ha il carattere dell’unicità e per questo costituisce natura di precedente giurisprudenziale che consente di riequilibrare nella regolamentazione i rapporti tra la società e i propri dipendenti. All’esito di prestazioni ritenute non altezza, la società può disporre il ritiro per ricompattare la squadra: da questo momento in poi i calciatori sanno che non sono nella possibilità di rifiutare questa decisione e che se lo faranno rischiano sanzioni economiche molto salate. Quando viene colpito il portafoglio dai provvedimenti giuridici, probabilmente, il mondo dei calciatori può percepire meglio quali sono i limiti dei propri diritti, che restano sacrosanti. Questa sentenza pone su un piano di maggior forza le società rispetto ai pur sacrosanti diritti dei calciatori, talvolta interpretati in modo più allargato, che dovranno da oggi in poi arrendersi all’eventuale decisione della società di disporre di questa misura per esigenze contingenti. Questo tipo di pronunciamento indica, insomma, che i diritti dei calciatori, sempre da tutelare, incontrano un limite rispetto all’autonomia delle società di calcio di introdurre misure urgenti immediate per invertire la tendenza negativa della squadra”.