All’indomani del fermo dei due sedicenni accusati del brutale pestaggio che ha portato alla morte un senza tetto a Pomigliano d’Arco (Napoli), i cittadini si chiedono “perché” due giovanissimi siano potuti arrivare a picchiare violentemente un uomo inerme e pacifico. “E’ colpa delle famiglie – tuonano alcune donne recandosi al supermercato davanti al quale sostava la vittima – dovrebbero rinchiuderli e buttare via la chiave. Abbiamo letto che uno dei ragazzi ha l’intera famiglia in galera. Ma chi si prendeva cura di lui non si chiedeva cosa facesse questo ragazzo? Frederick non faceva male a nessuno. Chiedeva l’elemosina e dispensava saluti e sorrisi, a tutti“.
Qualche altro, invece, incolpa la “società“. “Siamo stati noi ad ucciderlo – affermano – con la nostra indifferenza. Dove eravamo quando dormiva sulla panchina o in un sacco a pelo in strada? Dobbiamo farci tutti un esame di coscienza“.
Sui social, intanto, si scatenano le polemiche tra chi dedica pensieri al 43enne di origini ghanesi, e chi, invece, accusa tutti di non aver fatto abbastanza. “E’ bello oggi pulirsi la coscienza con tante belle parole e le sfilate davanti alla panchina – scrive un utente di una delle pagine dedicate a Pomigliano – ma perché quest’uomo dormiva in strada? La Chiesa, le istituzioni cosa hanno fatto per lui? Nessuno ha mosso un dito, ed ora si piange il morto“.
Frederick, però, come ha spiegato nei giorni scorsi don Pasquale Giannino, parroco della chiesa di San Francesco, accettava a malincuore gli aiuti, e nessuno era riuscito, a detta di tanti altri, a costringerlo ad accettare un tetto sulla testa.
Stasera, intanto, i cittadini si riuniranno per la marcia silenziosa organizzata dai parroci, che partirà dalla panchina di via Gramsci per arrivare alla chiesa di San Francesco. I parroci della città, hanno anche chiesto alla cittadinanza di accendere un cero sui balconi per ricordare il clochard barbaramente massacrato a botte.
Ammazzato di botte a Pomigliano, i cittadini si interrogano
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