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La giunta regionale della Campania ha individuato le acque adibite alla balneazione per la stagione balneare 2025, e i relativi punti della rete di monitoraggio georeferenziati. Ne è previsto uno per ogni area di balneazione, vi saranno effettuati i controlli, secondo le frequenze e le modalità previste dalla legge nazionale. La delibera del 27 marzo scorso dichiara acque non adibite all’uso balneare e in divieto permanente tutti i restanti tratti di costa, non ricompresi nelle acque di balneazione. Si tratta di foci di fiumi o canali non risanabili, collettori, aree portuali, aree marino protette e servitù militari.

Le acque classificate “scarse” sono vietate alla balneazione. Saranno monitorate a termini di legge, per la tutela della salute pubblica, gestite e trattate in conformità alle prescrizioni normative. Potranno essere riammesse alla balneazione, anche durante la stagione balneare. A condizione però, che siano state adottate adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento. Viceversa, saranno ritenuti balneabili i tratti di mare di qualità “sufficiente”, “buona”, “eccellente” e “nuova classificazione”. In quest’ultimo caso, tuttavia, potranno essere istituiti controlli con frequenza maggiore.

A Napoli città, sono classificate “eccellenti” le acque di Nisida, Trentaremi, Marechiaro, Punta Nera, Capo Posillipo, Posillipo e Lungomare Caracciolo. Buone sono giudicate a Donn’Anna e piazza Nazario Sauro. Sufficiente è via Partenope, mentre di nuova classificazione è Pietrarsa. Non balneabili, come risaputo, le ex aree industriali di Bagnoli – nel tratto porto-colmata e sul litorale – e San Giovanni a Teduccio. In allegato i risultati delle rete di monitoraggio del capoluogo e della provincia.