Il costo della vita aumenta, allo stadio non ci devi andare per forza, sono solo 20 euro a partita: vi prego, evitiamoci queste banalità. Incontestabili, ma appunto banali. Il calcio non è una priorità, lo sappiamo tutti, eppure ognuno di noi dedica a questa cosa teoricamente non essenziale tempo e risorse. Il calcio non è essenziale però passiamo la giornata a parlare di pallone e la vita a riempire quelle gradinate. Non essenziale quindi, ma di una certa rilevanza nelle nostre esistenze.
Tutto aumenta in questo paese – stipendi esclusi – e aumenta perciò anche l’abbonamento del Napoli. Certo, il costo non cresce in termini assoluti, ma l’anno scorso con 430 euro mi sono assicurato il biglietto per le 19 partite di campionato, le tre del girone di Champions e un turno di Coppa Italia. Oggi l’ineffabile Aurelio me ne chiede da vecchio abbonato 400 senza Europa con lo stesso omaggio dell’unica coppa che disputeremo.
Spendi meno dell’anno scorso, dice una vocina dispettosa dentro di me che vorrebbe essere consolatoria risultando però irritante e alla fine risulterà vincente perché io quell’abbonamento lo farò come l’ho fatto sempre. Ma se stessimo parlando di un qualsiasi altro bene non essenziale, mi farei sicuramente due conti. Che so, direi a me stesso che mi stanno chiedendo gli stessi soldi offrendomi delle funzioni in meno per un cellulare la cui versione precedente ha clamorosamente toppato. Lo comprerei?
Il Napoli non è un cellulare, insiste la vocina indisponente. Io penso che proprio perché non è un cellulare ma un gesto d’amore mi piacerebbe che talvolta quell’amore fosse corrisposto. Aurelio caro, tu mi vuoi bene come ne voglio io al Napoli arrivato decimo al termine di una stagione che qualsiasi aggettivo sensazionalistico in negativo può descrivere solo come eufemismo? Mi vuoi bene, ma non benissimo. Io al Napoli voglio benissimo e infatti il 10 luglio rinnoverò l’abbonamento.
Tu mi dirai Ma veda, caro RDI, le ho preso Conte. Io però ti risponderei che l’avrei rinnovato pure se fosse arrivato Pioli, se avessi ripreso Gattuso, o perfino annunciato il ritorno dell’innominabile francese fra un Caravaggio, un Raffaello e un Parmigianino nello splendore di Capodimonte, oggi diretto a tempo perso dal tedesco Eike Schmidt.
Caro Aurelio, per quelli come me non sono lo scudetto o il decimo posto a determinare la scelta: noi ci veniamo a prescindere. Sarebbe stato bello però, dopo l’amaro calice dell’anno scorso che abbiamo bevuto fino all’ultima goccia, se tu ci avessi detto di portare la famiglia o gli amici a mangiare una pizza, confermando i prezzi dell’anno scorso ma detraendo i soldi dei biglietti della Champions che, come sai, non disputeremo.
In una logica di mercato, quella che i banalisti giustificazionisti tirano in ballo solo quando gli conviene rimarcare che il Napoli è una società privata, già darti gli stessi soldi dell’anno scorso sarebbe stato un grande gesto d’amore. Ne faremo uno ancora più grande dandoti quelli che chiedi, in un periodo in cui le persone normali pensano alle vacanze e noi all’esordio in Coppa Italia col Modena in una sera d’estate non in spiaggia ma al glorioso Maradona fu San Paolo.
Per il resto, bene la cedibilità totale dei singoli biglietti che compongono l’abbonamento come l’anno scorso. Se il Napoli andrà bene alimenterà purtroppo la turpe pratica del bagarinaggio, ma è comunque una scelta giusta perché il campionato spezzatino rende impossibile a molti sapere con mesi d’anticipo se potranno esserci quel determinato giorno in cui sarà fissata quella partita. E poi ci sono quelli che magari vivono altrove e con un gesto d’amore più grande della distanza si divideranno l’abbonamento. Penso per esempio ai Napoli Club del Nord, ma pure ai miei fratelli del Napoli Fan Club UK di Londra.
Bene la prelazione per un eventuale altro biglietto contro le big, anche se inevitabilmente alimenterà polemiche contro gli occasionali. Bene il 50% per gli Under 14. Bene ma non benissimo lo sconto del 30% agli under 30 solo negli inferiori. Non vedo invece la prelazione per le trasferte. Spero sia una dimenticanza che sarà corretta in corso d’opera anche se capisco pure quelli che vivono altrove, il Napoli arriva a pochi chilometri da casa loro e non riescono a fare il biglietto.
Noi però siamo quelli che ci saranno sempre. Quelli che sarebbero ripartiti con te anche senza Antonio Conte.
Rosario Dello Iacovo