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Quarantamila spettatori per il concerto di Franco Ricciardi, ieri sera, allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli. “È un sogno che si realizza per tutti noi. È la nostra grande festa. Ho fatto goal al Maradona”, le parole di Ricciardi. Ad aprire il concerto due brani per lui importanti: le note di “‘O sole mio”, a rappresentare Napoli nel mondo, e “167”, il pezzo dedicato al suo quartiere, Scampia.

“Resto e resterò per sempre la voce dei territori disagiati – ha sottolineato Ricciardi – non cambierò mai”. E lo ha ricordato al pubblico proiettando sull’enorme palco le immagini della Vela di Scampia. La serata, durata più di due ore, ha visto tanti ospiti duettare con Ricciardi. Dal coro gospel su “‘A verità”, brano del film Song ‘e Napule (con il quale vinse nel 2014 il David di Donatello), a Clementino, Rocco Hunt, La Nina, Andrea Sannino, Enzo Dong, Rosario D-Ross e Sara Startuffo. Un altro momento emozionante, per l’artista, l’ingresso, sulla lunga passerella del palco, dei musicisti di mandolino con dei palloncini bianchi, a ricordo del padre che, da ambulante, li vendeva all’Edenlandia, il parco di divertimenti cittadino, e alle feste di piazza, e con loro ha intonato “Nun Me Lassa'”, “Madre”, “Male”. Una scaletta che ha ripercorso una carriera lunga 21 album. Presenti anche una ventina di detenuti delle carceri di Poggioreale, Nisida e Pozzuoli, che hanno assistito al concerto da ospiti. A chiudere la grande festa di Ricciardi al Maradona, il brano “Treno” che ha fatto cantare tutti.