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Caserta – Quasi 900 tonnellate di zucchero importato illegalmente da Slovenia, Croazia, Serbia, e Isole Mauritius, e pronto ad essere rivenduto in nero a produttori di vini di scarsa qualità, sono state sequestrate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta nel corso dell’indagine della Procura di Napoli Nord che oggi ha portato quattro persone ai domiciliari; 36 gli indagati, tra cui numerosi imprenditori vitivinicoli campani, pugliesi, veneti, siciliani ed emiliani. Lo zucchero  era custodito in due depositi, uno a Carinaro nel Casertano, l’altro a Formigine (Modena). A capi dell’organizzazione, è emerso, c’erano i fratelli Santo e Antimo Aimone, residenti a Sant’Antimo (Napoli), che operavano con l’aiuto dei propri figli, tutti indagati.

I finanzieri guidati da Luca Gennaro Cioffi hanno accertato  che lo zucchero veniva importato in Italia tramite diverse  società “cartiere”, esistenti cioè solo su carta, come una austriaca riconducibile agli Aimone, il cui scopo era far arrivare lo zucchero,  attraverso fatture per operazioni inesistenti e senza pagare tasse, all’azienda italiana, che poi lo rivendeva in nero e a prezzi di gran lunga inferiori a quelli di mercato alle cantine vinicole di mezza Italia; queste ultime se ne servivano per adulterare il vino, attraverso l’aggiunta di zucchero per rendere la gradazione alcolica più elevata o per la produzione di mosti; la normativa vieta a tali imprenditori di detenere sostanze zuccherine e impiegarle nei propri opifici. Sono coinvolti soprattutto operatori che realizzano vini da discount, non di qualità.   Le indagini sono state svolte attraverso l’incrocio dei dati risultanti dalle intercettazioni telefoniche, dalle registrazioni video, e dalla comparazione tra quanto riscontrato e le annotazioni ufficiali sul registro telematico di carico e scarico delle sostanze zuccherine presente sulla piattaforma SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale)