“Gli agenti entrarono in cella, ci fecero spogliare e fare le flessioni, poi minacciarono uno di noi di infilargli il manganello in una parte intima se non avesse tirato fuori il cellulare. Ci chiudemmo a guscio e quella minaccia rimase tale”. È un racconto scioccante ma anche pieno di “non ricordo” e di “prime volte” quello reso dal detenuto De Novellis, vittima dei pestaggi dell’aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta); De Novellis è stato sentito come testimone al processo davanti al collegio di Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere in corso nell’aula bunker annessa al carcere. Il teste – costituitosi parte civile, attualmente ancora recluso ma in altro carcere – riferisce anche di un detenuto cui “avrebbero rotto i denti a pugni”, e riconosce per la prima volta in aula due agenti penitenziari che a suo dire avrebbero usato violenza contro i reclusi; non li aveva mai riconosciuti dopo i fatti. Si tratta degli imputati Claudio Di Siero e Raffaele Piccolo; 105 in totale gli imputati tra agenti, funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e medici dell’As).
La complessa questione è sempre quella dei riconoscimenti degli agenti coinvolti nelle violenze da parte delle vittime, riconoscimenti che la Procura ha cristallizzato negli atti di indagine ma che durante il processo, in questa fase in cui vengono ascoltati i detenuti vittime, sono stati spesso contestati dai legali degli imputati, che hanno fatto emergere contraddizioni e veri e propri errori di identificazione. De Novellis ha riconosciuto Di Siero mentre veniva interrogato dal pm Alessandro Milita (titolare del fascicolo con i sostituiti Daniela Pannone e Alessandra Pinto). “Riconosco l’agente con i capelli bianchi, ero uno che si divertiva a picchiare, specie nel corridoio”. “Ma come – ha replicato il legale dell’agente, Domenico Pigrini – lei dopo i fatti, quando il ricordo è più vivido, non ha mai riconosciuto Di Siero, lo fa adesso a distanza di tutto questo tempo? “Ora l’ho visto, ora lo ricordo” risponde De Novellis, che a domanda dell’avvocato su chi fossero i detenuti picchiati da De Serio, ha risposto “io no, e gli altri non li ricordo”. De Novellis riferisce anche di aver visto, mentre andava in infermeria, il sostituto commissario Piccolo mentre picchiava alcuni detenuti in un corridoio. I difensori Angelo Raucci e Carlo De Stavola depositano un video da cui emerge che Piccolo – in altre udienze è stato visto mentre impediva le violenze dei colleghi in tenuta antisommossa – non era invece presente nel corridoio. Sempre De Novellis racconta di aver visto la Commissaria della penitenziaria Anna Maria Costanzo “colpire la mano di un detenuto col manganello mentre era nella sala socialità”. Anche il legale della funzionaria, Luca Tornatora, deposita però il video da cui si evince che la Di Costanzo non c’era, nel momento riferito dal teste, nella sala. “Era uscita dalla sezione” fa notare l’avvocato.