Caserta – “Signora Ruslana ma qui c’è la cantina se arrivano le bombe?”. È la domanda che un bimbo ucraino di cinque anni, Andreji, appena giunto a Caserta con altri quindici profughi, ha rivolto alla signora ucraina Ruslana, che ha deciso di ospitare i connazionali in fuga dalla guerra, tra cui tre parenti, nel B&B che gestisce a Caserta, in via Marzano, con marito e figli.
Il piccolo ha ancora negli occhi quelle lunghe ore passate nei rifugi mentre cadevano le bombe, quelle corse quando suonavano le sirene; fa parte del primo gruppo di profughi arrivati a Caserta dopo esser passati per Leopoli, unica città dell’ovest dell’Ucraina da dove è possibile fuggire. Sono quasi tutte madri con bimbi, tra loro anche una donna incinta di otto mesi che oggi svolgerà una visita ginecologica; solo quest’ultima non è stata vaccinata contro il Covid, le altre madri hanno ricevuto la dose. “Abbiamo disdetto tutte le prenotazioni di turisti – racconta Ruslana – per poter accogliere i nostri connazionali. Sono arrivate sei madri e sette bimbi dagli uno agli undici anni. Al bimbo che mi ha chiesto delle bombe ho detto di stare tranquillo, che qui non arrivano. Nei suoi occhi come in quello degli altri ho letto tanto terrore. La donna incinta piange continuamente”.
“Sono arrivati anche tre miei parenti – dice con commozione Ruslana – tra cui mia nuora, ma mia madre è rimasta in Ucraina in un paese vicino Leopoli per una broncopolmonite post Covid. Lì è sola e nessuno può accudirla”. Ruslana racconta di essere stata pochi giorni fa in Ucraina proprio per assistere la madre malata. “Sono tornata in Italia qualche giorno prima che scoppiasse la guerra ma già si respirava una brutta aria, visto che l’esercito russo ci aveva circondato specie dalla parte della Bielorussia. È una tragedia, dobbiamo essere tutti uniti per respingere questa invasione”.