Domizia è un’associazione costituita nell’estate del 2021 a Castel Volturno (CE) formata da donne e uomini impegnati nella tutela e valorizzazione della ricca biodiversità della costa a nord di Napoli. Il network ambientale è composto da esperti in scienze naturalistiche, biologi e ricercatori di materie ambientali; ma anche da professionisti in settori non necessariamente legati in modo diretto all’ambiente, fra cui operatori turistici, studenti, pensionati e semplici cittadini. Ognuno partecipa col proprio bagaglio di esperienze professionali e umane, tutti motivati da obiettivi eterogenei, ma uniti dal medesimo percorso, la tutela e il recupero dal punto di vista ambientale di un’area dalle enormi potenzialità naturalistiche: così Vincenzo Ammaliato, collega giornalista de Il Mattino e presidente dell’associazione Domizia. La varietà della fauna marina presente è un patrimonio per la Campania, per quel tratto di mare che sfora il confine col basso Lazio.
“I pericoli per le Caretta Caretta sono di natura umana”
La missione di Domitia, che prende il nome della prima tartaruga marina che ha nidificato nel 2021 sulla spiaggia domiziana, è quella di tutelare la specie più diffusa delle tartarughe marine. Come si evince dal sito del WWF, in Italia è una specie in pericolo. “I pericoli per la Caretta Caretta si distinguono dall’adulta alle appena nate. Le prime, rischiano per la pesca intensiva: molte vanno a finire nelle reti da strascico, e, visto che la Caretta Caretta deve salie a galla ogni quaranta minuti, annega dopo ore di apnea. Oppure, perché ingerisce plastiche e microplastiche che abbandoniamo in mare e, siccome non possono digerirle, c’è un blocco intestinale. Per le piccole, i pericoli dipendono dai pedatori, quindi dalla natura e non dall’uomo”.
“La tutela dipende da noi umani, dai volontari: le aiutiamo a nascere ed a proteggerle”
“Noi umani stiamo sterminando la specie. Per salvaguardarla, sono necessari progetti di tutela, come quelli cui partecipiamo, a supporto della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Aiutiamo a far nascere le piccole Caretta Caretta tenendole al riparo dai predatori e organizzando dei presidi in spiaggia. Facciamo in modo che le tartarughine, abituate a risalire la spiaggia, non si trovino disorientate a causa dell’inquinamento luminoso che si trova alle spalle del nido. Se non ci fossero i volontari, rischierebbero di girare confuse in spiaggia tutta la notte, e rischierebbero la morte per disidratazione“.
“Sinergia con altre associazioni alla base della nostra mission: abbiamo sostegno da tutta la regione”
“All’interno della nostra associazione, ci sono diversi volontari che appartengono ad altri gruppi e ad altre città. Lo scopo, però, è uguale: si collabora tutti insieme per lo stesso progetto. Riceviamo il sostegno da molti partner istituzionali, con cui stiamo stipulando protocolli d’intesal In primis, l’Ente Riserve Regionale Foce Volturno, poi l’Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei, il Consorzio di Bonifica Basso Volturno, il SIB (il cui presidente regionale aveva rilasciato un’intervista ai nostri taccuini), ancora La Fondazione Mario Diana, oltre chiaramente al Life Turtlenest di Legambiente. Tra noi c’è un partnerariato. Noi siamo i supporti tecnici di questi enti. I contributi che riceviamo dipendono dall’autofinanziamento, oppure da alcune attività commerciali ed imprenditoriali che credono ai nostri progetti come veicolo di recuperro del territorio dal punto di vista ambientale, sociale ed economico“.