Tempo di lettura: 2 minuti
“Prendiamo atto con dispiacere dell’esclusione di Santa Maria Capua Vetere dalla lista delle dieci città finaliste per la Capitale Italiana della Cultura 2027, ma contemporaneamente guardiamo con ottimismo e determinazione al futuro culturale e turistico della città, protagonista di un dossier di candidatura che rappresenta non solo un’eredità concreta ma anche la base da cui ripartire subito per progettare il prossimo futuro”. Così Antonio Mirra, sindaco di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), commenta l’esclusione della città dell’Anfiteatro campano, il secondo per grandezza dopo il Colosseo e noto perchè vi si esibiva lo schiavo ribelle Spartacus, dal novero delle dieci finaliste per l’ambito riconoscimento (la proclamazione della città vincitrice ci sarà il 28 marzo prossimo).
La città sammaritana si era presentata con il progetto “Cultura Regina Viarum. Spartacus Resurgit”, che “sebbene non abbia raggiunto l’obiettivo della finale a dieci – commenta Mirra – ha dato già risultati tangibili e di questo percorso restano almeno tre importanti pietre miliari: la straordinaria componente delle associazioni che ha partecipato al progetto ponendo le basi per una proposta culturale di ampio respiro che caratterizzerà i prossimi anni e che sarò sostenuta dall’Amministrazione Comunale”. Altro risultato è la forte sinergia con i due Dipartimenti sammaritani dell’Università Vanvitelli e gli istituti scolastici, fondamentale per la crescita culturale della città; e, infine il progetto Veterea, già finanziato, che mira a rendere visibile, diffondere e valorizzare, grazie alla tecnologia digitale, lo straordinario patrimonio archeologico invisibile della città”.
Il dossier presentato rappresenta dunque una base solida da cui ripartire, “ed è fortissima – sottolinea il sindaco – la convinzione che il lavoro svolto finora non andrà perso, che il progetto possa essere migliorato in futuro partendo proprio da questa importante esperienza. Il primo passo, subito, sarà la costituzione di un tavolo permanente della cultura e del turismo con le istituzioni del territorio a partire dai comuni limitrofi, con la Direzione dei Musei e la Soprintendenza, con l’Università, gli istituti scolastici e le associazioni, con le attività produttive e ricettizie del territorio; sarà l’occasione anche per una riflessione su come e in cosa migliorare il dossier, partendo dall’esempio di città che dopo una esclusione, sono poi diventate capitale della cultura, perché ogni grande sfida rappresenta un’opportunità e ogni battuta d’arresto deve essere l’occasione per rialzarsi subito e dare prova di resilienza, ripartendo con rinnovato entusiasmo”.