Cravatte realizzate dalle detenute e destinate al personale di Polizia penitenziaria: è l’oggetto di un protocollo d’intesa fra la maison napoletana ‘E. Marinella’ e la direzione del carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano. Sarte dell’azienda hanno addestrato le formatrici le quali, in un laboratorio ad hoc all’interno del carcere, trasmetteranno dai prossimi giorni alle detenute l’arte di confezionare cravatte artigianali.
L’accordo è stato siglato oggi nel Salone degli Affreschi del Palazzo Satriano di Ravaschieri a Napoli da Maurizio Marinella, amministratore unico dell’azienda di cravatte sartoriali, da Donatella Rotundo, direttore della Casa Circondariale sammaritana e da Giovanni Russo, Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria; presente anche il magistrato di Sorveglianza Marco Puglia e Lucia Castellano, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria. Sono intervenuti, fra gli altri, il garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello e l’assessore regionale alla Formazione professionale, Armida Filippelli.
Ha detto Maurizio Marinella, amministratore unico, intervenuto insieme col figlio Alessandro (general manager): “Il laboratorio di produzione avrà un impatto significativo sulla vita dei detenuti offrendo loro la possibilità di acquisire competenze professionali e li aiuterà nel processo di riabilitazione dimostrando che un nuovo inizio è possibile per tutti”. Ha spiegato ancora Marinella: “E’ bello poter pensare di trasmettere un futuro a persone che hanno una vita difficile.
Siamo alla seconda esperienza con le cravatte avendo realizzato un’iniziativa simile nel carcere femminile di Pozzuoli. Siamo presenti in operazioni di solidarietà, sociali e ci fa piacere leggere nello sguardo di queste persone una luce diversa”.
E’ anche una forma di pubblicità, un investimento? “Non è un fatto di pubblicità, direi piuttosto un’emozione – dice Maurizio Marinella – e se di investimento vogliamo parlare diciamo che è un investimento verso le persone, non legato ai fatturati o ai bilanci ma alla gioia e all’integrazione”.
“Gli obiettivi sono due – ha affermato, dal canto suo, Donatella Rotundo – trasmettere ai detenuti una professionalità spendibile nel mondo del lavoro, una formazione che venga dalle eccellenze ma anche produrre capi in uso all’Amministrazione.
Così facendo risparmiamo sulle gare di acquisto e autoproduciamo ciò che ci serve”. Nel carcere, nel quale vi sono 900 persone (850 uomini e 50 donne), ha ricordato il direttore, da un anno e mezzo si producono camicie con l’impiego dei detenuti maschi.
“E’ un bel segnale quello che viene lanciato dall’accordo di oggi specie per i soggetti più fragili” ha evidenziato l’assessore Filippelli. E ha poi aggiunto: “Sono impegnata con Marinella e con altre realtà affinché si assumano i ragazzi. Il sistema ‘duale’ è questo: fare un percorso per i giovani che non studiano e non lavorano offrendo loro corsi di istruzione e formazione professionale molto qualificati, che durano 3 anni; possono avere un diploma e una qualifica adeguata per il mondo del lavoro. Quando ho cominciato avevo un centinaio di ragazzi che facevano i corsi di istruzione e formazione, adesso sono migliaia, arriveremo a 10mila: ci sarà una rivoluzione in Campania”. “La lotta alla dispersione scolastica si fa con gli investimenti. Come Regione recentemente abbiamo previsto 70 milioni per i corsi; presto il presidente De Luca ed io andremo nel Parco Verde di Caivano dove abbiamo 150 ragazzi che frequentano i nostri corsi come, ad esempio, operatore del benessere, meccatronica, logistica, gastronomia”.