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E’ grave e preoccupante la situazione nella discarica situata nell’area dell’ex impianto dell’Ilside di Bellona, nel Casertano, teatro nel luglio scorso di un esteso incendio che mandò in cenere una grande quantità di rifiuti urbani e speciali accumulati all’interno e all’esterno del capannone in disuso, provocando una nube tossica che invase le abitazioni di Bellona costringendo il sindaco Filippo Abbate ad emanare un’ordinanza in cui raccomandava alla popolazione di tenere chiuse le finestre e di non consumare prodotti della terra e acqua attinta da pozzi rurali. La gravità della situazione è stata confermata dai parlamentari della Commissione Ecomafie, guidati dal presidente Alessandro Bratti, esponente Pd,  nel corso del sopralluogo effettuato nell’area, e fortemente richiesto da cittadini e associazioni e sollecitato nelle scorse settimane dalla deputata casertana del Pd Camilla Sgambato, che ha voluto fortemente che i “colleghi” venissero a Bellona per rendersi conto “della gravissima situazione”, che “necessita di immediati interventi di messa in sicurezza e di rimozione dei cumuli di rifiuti bruciati”; la Sgambato si dice ottimista che entro poche settimane la “Commissione troverà delle soluzioni in accordo con le associazioni di cittadini attive sul territorio”. La situazione è dunque molto complicata, le incognite riguardano il soggetto che dovrà occuparsi delle costose operazioni, visto che la società Ilside, che ha sempre gestito l’impianto, è attualmente in liquidazione, e potrebbe non avere le risorse per provvedere. Nel caso di impossibilità dell’Ilside, potrebbe come extrema ratio intervenire la Regione, ma si tratta di scenari non ancora praticabili. Nel frattempo resta visibile la bomba ecologica a pochi passi da coltivazioni e in un’area importante dal punto di vista paesaggistico.