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Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha condannato don Gianfranco Roncone, ex parroco di Presenzano, comune dell’Alto-Casertano, ad un anno e mezzo di carcere con pena sospesa per possesso di materiale pedopornografico, assolvendolo però, perché il fatto non sussiste, dalla più grave accusa di violenza sessuale su un minore di 16 anni e dal reato di induzione alla prostituzione minorile nei confronti di un 17enne (entrambi gli adolescenti sono albanesi). La Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto per il prete (difeso dagli gli avvocati Renato Jappelli e Dario Mancino) una condanna ad otto anni e sei mesi di carcere. Il sacerdote fu sospeso dalla Diocesi di Teano alla vigilia di Natale 2020 dopo l’apertura nei suoi confronti dell’inchiesta per abusi sessuali sui due minori (uno dei quali lo aveva denunciato dopo i fatti avvenuti nell’agosto 2020). Pochi mesi dopo, nell’aprile 2021, gli accertamenti della Procura e dei Carabinieri di Capua portarono don Roncone agli arresti domiciliari, poi revocati nel successivo mese di agosto in seguito all’incidente probatorio che aveva messo faccia a faccia il prete con i suoi due accusatori; durante il confronto emersero infatti alcune difformità nel racconto da parte di una delle due vittime, così il gip sostituì i domiciliari con la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Sparanise, paese di residenza del sacerdote. Oggi don Roncone è libero da ogni misura. L’indagine partì nell’agosto 2020 dopo che il parroco fu sorpreso da una pattuglia di carabinieri della compagnia di Capua in auto, in una zona isolata nei pressi del cimitero di Presenzano, in compagnia di due giovani. Nel corso delle indagini al prete fu sequestrato del materiale pedopornografico, per il quale è stato condannato.