Tempo di lettura: 2 minuti
Il disastro dell’offerta sanitaria territoriale non può continuare a essere ignorato”. È quanto affermano Raffaele Aveta e Italo Crisileo, rispettivamente capogruppo e consigliere di “Alleanza per la città – Movimento 5 Stelle” a Santa Maria Capua Vetere e i consiglieri comunali Francesco Petrella e Luigi Pardi, del gruppo “SMCV al Centro”.
Abbiamo inoltrato una formale richiesta al sindaco Mirra e alla presidente Sepolvere – spiega il leader Aveta – affinché la prossima conferenza dei capigruppo inserisca all’ordine del giorno del consiglio comunale la discussione sulle problematiche relative all’offerta sanitaria sul territorio, al rilancio e al potenziamento dell’ospedale Melorio. È evidente ormai che l’ambulatorio infermieristico è del tutto insufficiente a garantire un seppur minimo livello assistenziale. Il personale è poco e i servizi offerti sono praticamente inutilizzati. L’unica conseguenza della creazione di tale ambulatorio è l’occupazione dei locali che avrebbero dovuto essere destinati al pronto soccorso. Chiediamo pertanto che venga rivista l’inutile scelta dell’Asl e che venga istituito nell’immediatezza almeno un punto di prima emergenza Psaut negli stessi locali”.
I cittadini sammaritani e dell’intero distretto – incalza Crisileo – non possono attendere progetti che impiegheranno lustri per essere realizzati. La sanità è un diritto oggi, non tra dieci anni. L’ospedale Melorio va potenziato subito con servizi adeguati a garantire la tutela della salute di circa centocinquantamila utenti, attualmente costretti a recarsi nei già esausti ospedali di Caserta, Aversa e Marcianise”.
L’amministrazione municipale – concludono Petrella e Pardi – non può più sfuggire alle proprie responsabilità e non può negare che il consiglio comunale discuta di un tema fondamentale per la salute dei cittadini, anche alla luce di recenti tragici episodi. Se ancora una volta il sindaco e la maggioranza eviteranno il confronto, respingendo la nostra richiesta, avremo l’ennesima prova di un asservimento del benessere della nostra collettività a logiche politiche che nulla hanno a che vedere con il buongoverno”.