Santa Maria Capua Vetere (Ce) – “Riesumate la salma di mio padre“: a chiederlo, alla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), è Salvatore Di Vilio, figlio di Francesco, il 69enne morto il primo gennaio scorso nell‘ospedale Cardarelli di Napoli in seguito ad un presunto caso di malasanità legato ad interventi allo stomaco subiti a causa di un carcinoma.
Salvatore è stato ascoltato a lungo qualche giorno fa dalla Procura, ha ripercorso il dramma che ha vissuto suo padre Francesco e ha chiesto che venga effettuata al più presto l’autopsia sul corpo del 69enne. Il caso di Francesco Di Vilio assomiglia a quello di Angela Iannotta, la 28enne madre di tre figli ricoverata al Secondo Policlinico di Napoli in gravi condizioni per gli effetti di due operazioni allo stomaco cui si era sottoposta per dimagrire; operazioni effettuate dallo stesso chirurgo bariatrico, Stefano Cristiano, che ha operato Di Vilio, anche se quest’ultimo aveva un tumore diffuso.
Entrambi sono stati operati alla clinica Villa del Sole di Caserta prima di finire in ospedali pubblici, e per i due episodi Cristiano è indagato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (omicidio colposo per Di Vilio, lesioni gravissime per la Iannotta) in seguito alle denunce presentate dagli avvocati che assistono i familiari delle due vittime (Raffaele e Gaetano Crisileo); per i due casi di malasanità sono indagati anche altri medici.
Salvatore Di Vilio ha lanciato anche un appello pubblico al Ministro della Sanità Roberto Speranza e al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
“Chiedo – ha detto Salvatore – che venga fatta chiarezza non solo in sede penale ma anche con un’inchiesta amministrativa del Ministro e della Regione Campania sulla struttura privata convenzionata con il SSN che ha trattato nella fase pre, intra e post operatoria mio padre, per verificare se era in possesso di tutti i requisiti di idoneità tecnica e sanitaria per effettuare interventi cosi complessi, tre addirittura eseguiti nell’arco di un mese circa”.