“Siamo migranti e rifugiati che da più o meno tempo hanno deciso di lasciare il proprio Paese natìo per i più disparati motivi: guerre, carestie, disastri ambientali, fame e miseria, persecuzioni. E dopo aver sfidato il deserto e il mare, siamo tra i fortunati che hanno toccato terra, ma hanno trovato ad accoglierli sfruttamento lavorativo, irregolarità, abusi, ricatti. Presidente, non abbiamo piegato la testa. Ci siamo organizzati, ed abbiamo organizzato delle battaglie per l’emersione, con un movimento reale di persone che ha come epicentro l’area di Castel Volturno”. È un passaggio della lettera che il gruppo di migranti e rappresentanti del Centro sociale ex Canapificio, del Movimento dei migranti e rifugiati di Caserta, del Comitato Città Viva e della Caritas di Caserta, ha fatto avere al presidente della Repubblica nel corso della sua visita.
“La violenza – si legge – ci ha accompagnato nel nostro disperato viaggio verso l’Europa, ai nostri occhi terra di diritti, di rispetto, di tutela degli esseri umani. Durante il viaggio siamo stati masticati e sputati con brutalità da trafficanti, galere libiche, sfruttamento disumano, torture, violenze sessuali. Presidente, abbiamo visto nella regolarità e nella conquista del permesso di soggiorno il primo gradino da risalire sulla scala dell’umanità”. Il movimento di migranti ricorda l’impegno giudiziario portato avanti in occasione dell’eccidio dei sei ghanesi a Castel Volturno, nel 2008, da parte dei camorristi di Giuseppe Setola, processo conclusosi “per la prima volta con il riconoscimento dell’aggravante dell’odio razziale ad una strage di camorra”.
“Questo siamo, Presidente. Persone autoctone e immigrate – si legge ancora – che odiano le ingiustizie e vedono in Lei una speranza. Proprio a Lei ha fatto riferimento Mamadou Kouassi Pli Adama, uno dei leader del Movimento migranti e rifugiati, la cui storia ha ispirato il film di Garrone. In occasione della premiazione del Leone d’Argento al Festival di Venezia, Mamadou ha infatti citato proprio le Sue parole, che chiedevano canali di ingresso regolari nel nostro Paese e nella nostra Comunità Europea”. I migranti concludono ringraziando Mattarella e chiedendogli un incontro, per parlargli delle “criticità proprio sui temi dell’inclusione e dell’accoglienza, degli spazi sociali su cui il Suo intervento potrebbe essere risolutivo”.