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Caserta – Nel febbraio scorso andò a fuoco una macelleria islamica da poco aperta a San Marcellino, nel Casertano, dove esiste una delle più importanti moschee campane e una folta comunità islamica. Si pensò ad episodi di intolleranza razziale o alla mano della camorra, ma dopo pochi mesi di indagine, è emerso un quadro meno allarmante ma comunque preoccupante: i responsabili, tutti arrestati dalla Guardia di Finanza di Aversa e portati in carcere, sono infatti tre persone di nazionalità marocchina, padre madre e figlio, rispettivamente di 51, 45 e 23 anni, che avevano una propria macelleria nelle vicinanze di quella colpita e non vedevano di buon occhio, per motivi di concorrenza, l’esercizio da poco aperto. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord guidata da Francesco Greco, partì dopo l’incendio doloso della macelleria, che fu appiccato con una tanica di benzina, è emerso, dal figlio 23enne della coppia di macellai; poco dopo passarono casualmente due pattuglie della Finanza che riuscirono a domare le fiamme evitando che si propagassero. Dalle immagini delle telecamere esterne, i finanzieri del Gruppo di Aversa guidati da Michele D’Oronzo, notarono il responsabile fuggire con una scarpa quasi in fiamme. Il giovane fu individuato; peraltro le persone offese avevano già suggerito agli inquirenti i propri sospetti sui concorrenti vicini.