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Caserta – I lavoratori delle sedi di Caserta e Marcianise della società Softlab Tech hanno scioperato e manifestato con un corteo per le vie di Caserta, organizzando un presidio prima davanti alla Prefettura, e poi all’esterno della sede di Confindustria. La giornata di mobilitazione era stata proclamata dai sindacati dei metalmeccanici per protestare contro il ritardo sull’erogazione degli emolumenti di maggio, ma anche per ribadire il disagio dei lavoratori Softlab, di cui un cospicuo numero è sottoposto a cassa integrazione a zero ore, e il rispetto degli accordi di reindustrializzazione, di cui la Softlab è parte fondamentale, avendo assunto negli ultimi anni quasi 300 lavoratori fuoriusciti dalla Jabil, multinazionale dell’elettronica con sito produttivo a Marcianise.
I sindacati hanno più volte denunciato come i lavoratori licenziati da Jabil e riassunti in Softlab, spesso grazie ad incentivi in denaro dati a quest’ultima, stiano sostanzialmente inutilizzati. Oggi una delegazione composta da rappresentanti dei sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil, e Uilm Caserta e Campania, e delle Rsu, è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto della prefettura di Caserta Biagio Del Prete.
A manifestare anche i lavoratori ex Jabil che erano stati assunti dall’azienda sarda Orefice e poi licenziati. In una nota, i sindacalisti dei metalmeccanici Massimiliano Guglielmi e Francesco Percuoco, rispettivamente segretario campano e casertano della Fiom-Cgil, spiegano di aver “chiesto alla Prefettura di attivarsi affinché la Direzione Softlab Tech garantisca la normale corresponsione delle retribuzioni e versi tutti gli arretrati contributivi in materia di previdenza.
Abbiamo, inoltre, espresso tutte le preoccupazioni che riguardano i diversi accordi di reindustrializzazione sottoscritti in questi anni, nella sola provincia di Caserta e riguardanti un perimetro occupazionale che coinvolge almeno 1500 lavoratori diretti. In particolare l’ultimo insediamento dell’elettronica/tlc in provincia di Caserta, con Jabil Circuit Italia “capofila”, rischia di scomparire definitivamente.
Assistiamo alla nascita nelle sedi istituzionali nazionali e regionali di “accordi vari” che, per effetto delle ingenti risorse legate al PNRR dovrebbero tutelare l’occupazione e dare nuovo slancio produttivo al settore metalmeccanico del territorio. Ad oggi, questi accordi hanno prodotto, nella migliore delle ipotesi, soltanto ulteriori ammortizzatori sociali. Nel caso peggiore (reindustrializzazione Orefice), i lavoratori sono stati addirittura licenziati. Ora non è più rinviabile un confronto continuo e costante con il Ministero dello Sviluppo Economico e con la Regione Campania”.