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Erano quasi mille i detenuti presenti nel carcere di S. Maria Capua Vetere alla fine dello scorso mese di agosto: 980, precisamente, tra le quali 67 donne, a fronte di circa 800 posti letto regolamentari. Se si considera che l’organico del Reparto di Polizia Penitenziaria avrebbe bisogno almeno di altre 70/80unità, si fa presto a capire e comprendere la complessità organizzativa ed operativa del carcere sammaritano, per il quale il SAPPE torna a sollecitare urgenti provvedimenti da parte del PRAP della Campania e del DAP”. È il commento di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, oggi in visita nella Casa Circondariale “Francesco Uccella” per incontrare il personale in servizio. Accompagnato dai dirigenti sindacali regionali Tiziana Guacci, Raffaele ‘Lello’ Munno, Marianna Argenio e dal segretario locale del SAPPE Pietro Ferrante, Capece denuncia che “il personale di Polizia Penitenziaria è sempre più stanco delle continue aggressioni e violenze subite e auspica in un celere intervento da parte dell’Amministrazione a livello nazionale. Pensate che siamo all’assurdo che nel carcere esistono il Reparto creditori e quello debitori, ovvero la Sezioni di detenuti che producono utili da traffici illeciti e quella di chi invece si indebita per poterne fruire”. 

“La situazione penitenziaria è sempre più critica e sono stati numerosi gli eventi critici posti in essere da detenuti ristretti a S.Maria Capua Vetere” – commenta -: “il sistema della sicurezza nelle carceri italiane non è adeguato alle esigenze attuali per cui è necessario intervenire. Qui a S. Maria Capua Vetere è grave e significativa anche la carenza di personale dell’Area sanitaria, medici ed infermieri, che procedono di concentrare in una unica soluzione giornaliera la distribuzione della terapia ai detenuti malati, inflazionando anche il continuo ricorso alle visite in strutture ospedaliere esterne, a tutto discapito della sicurezza. Chiediamo all’Amministrazione penitenziaria di adottare ogni utile iniziativa affinché i detenuti violenti vengano puniti in maniera esemplare, con l’applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario che prevede particolari restrizioni, per coloro che mettono in crisi l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari, Nel contempo, sollecitiamo l’Amministrazione a fare in modo che i detenuti, anziché oziare tutto il giorno nelle celle e nei corridoi delle Sezioni, vengano impiegati in attività lavorative, tutti!, per fare in modo che davvero la pena detentiva sia improntata al trattamento rieducativo”.  Per Capece è altresì fondamentale “che vengano previste adeguate strutture sul territorio nazionale, ove i detenuti violenti possano scontare la pena in regime chiuso, fino a quando non comprendono che devono rispettare le regole e soprattutto la polizia penitenziaria e tutti gli altri operatori”. Da qui l’appello ai Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per un incontro urgente “al fine di ristabilire subito regole efficaci per garantire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.