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Un piccolo emendamento che sta facendo molto rumore tra i medici, in particolare tra i professionisti della medicina estetica, prevede che i dentisti possano eseguire anche interventi di chirurgia estetica al volto, sconfinando in un campo che è quello della chirurgia maxillo-facciale.
La norma è stata inserita nel decreto Bollette, in corso di discussione in Parlamento – è stato approvato alla Camera ed è al Senato per l’approvazione definitiva – ed ha attirato parecchie critiche, soprattutto per la ricaduta che potrebbe avere sui cittadini.
A renderlo noto Raffaele Rauso, chirurgo estetico casertano, già professore all’Università Vanvitelli di Napoli e vice-presidente nazionale Fime (Federazione italiana medici estetici), che critica la scelta del Governo spiegando in primis che “l’emendamento che autorizza gli odontoiatri ad eseguire tutta la medicina estetica del volto, il cosiddetto maxillo-facciale, dunque per esempio alla fronte, al naso, non prevede alcun cambiamento o adeguamento del sistema formativo universitario del corso di laurea in odontoiatria. Quindi in un prossimo futuro il cittadino non sarà in grado di sapere se viene trattato da un medico o da un odontoiatria nel momento in cui vuole fare una procedura di medicina estetica del volto. E’ ciò è molto grave perché è tutto celato in questo decreto bollette, e non viene alla luce e non verrà alla luce perché sarebbe uno scandalo”.
Rauso spiega inoltre che ieri c’è stato sull’argomento anche una riunione della Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, alla presenza dei vertici Filippo Anelli e Roberto Monaco; presenti anche le associazioni dei medici estetici Fime, Sicpre, Sitri, Sirna, il sindacato dei medici estetici Tme con il suo presidente Andrea Servili, ed è emersa “una posizione di contrarietà all’emendamento” conclude Rauso.