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L’arte è importante perché serve a formare e ad aiutare la crescita, ma c’è un ‘ma’ grande: io che faccio teatro, film, libri, io che sono adulto, devo preoccuparmi di quale sarà l’impatto della mia opera sui ragazzi, questo è un limite all’espressione artistica. Se ritengo di essere una persona che ha senso civico, che non parla altro che di mafia, poi però me ne frego che qualche giorno dopo un bimbo fuori dalla scuola media si veste, si taglia i capelli e parla come il killer della fiction vista qualche giorno prima, allora come si dice a Napoli, ho fatto il guaio; quindi mi devo fermare, fare un passo indietro e fare mea culpa, andare in quella scuola a vedere cosa è successo e dire con tutte le mie forze che quello non è il modello. Questo vuol dire stare vicino ai giovani le parole vanno riempite di coerenza, altrimenti sono chiacchiere”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica del Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, che ha risposto alle domande dei ragazzi in un luogo simbolo della vittoria sui clan come il Teatro della Legalità di Casal di Principe (Caserta), invitato dalla Scuola di Polity Design.
Io sono per l’arte, la cultura, l’innovazione anche estrema, però quando mi avvicino ai ragazzi mi devo avvicinare in punta di piedi”, ha detto il magistrato rispondendo alla domanda di Michelangelo, studente dell’istituto superiore Segrè di San Cipriano d’Aversa, sull’influenza negativa di determinate serie tv a fronte però dell’importanza delle diverse espressioni artistiche.
Secondo Gratteri, inoltre, anche nelle scuole è necessario offrire ai giovani modelli positivi. “Assistiamo – ha detto – ad un abbassamento morale ed etico, e per cinque minuti di notorietà anche le scuole invitano personaggi che non sono modelli positivi per gli studenti. Ai dirigenti scolastici e ai docenti dico di stare attenti a chi invitate. Quando in una scuola – ha proseguito – si invita un personaggio pubblico di successo di fronte al quale le ragazzine si strappano i capelli, mi devo preoccupare del contenuto delle canzoni; so che i giovani amano il trap, e invito per questo le ragazze a leggere il contento di queste canzoni, dove le donne vengono considerate come oggetti o schiave. Non posso stare zitto quando in una scuola si invita un cantante che prima si fa vedere su tiktok a bordo di un pick-up con un mitra colore oro e la scritta ‘narkos’, e che inneggia o che si fa vedere abbracciato con un pregiudicato; costui viene invitato per parlare con i giovani. Ma che modello da seguire è questo?”.
 
Gli accoltellamenti tra i giovani sono la sintesi della non presenza della famiglia. Non possiamo infatti pensare che ad ogni angolo vi sia un’auto delle forze dell’ordine, non ci sono soldi e i loro organici sono già scoperti”. Così il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha risposto ad una domanda di Gianluca Natale, dell’associazione di giovani CasaleLab, che dal 2016 è impegnata nel sociale e cerca di parlare proprio ai giovani su temi come il bullismo, la criminalità e la legalità, ma tra tante difficoltà.
A Casal di Principe – lo sfogo di Natale – ci siamo riscattati dalla camorra, ormai tra i giovani c’è coscienza civica, invitiamo persone autorevoli e importanti come lei, eppure non riusciamo a coinvolgere nella vita comunitaria i più giovani, gli adolescenti, cui non riusciamo a far capire cosa vuol dire essere cittadini”.
Per il procuratore il problema sono soprattutto i genitori di questi ragazzi, “genitori 50enni – evidenzia – che pensano di essere istruiti perché stanno sempre su internet, che vogliono interferire nella vita scolastica andando a spiegare ai docenti come si insegna, andando a contestare i voti negativi presi dai figli. E anche le riforme delle scuole sono sbagliate perché per placare deficienze strutturali del mondo dell’istruzione, penso anche ai bassi stipendi degli insegnanti, cercano di far entrare sempre più i genitori nella gestione delle scuole. Quello che stiamo vivendo – aggiunge Gratteri – è momento grande difficoltà; in Italia siamo tuttologi, commissari tecnici e giudici, mentre tutti dovremmo tornare a fare ciò per cui siamo pagati, senza la presunzione di pensare di sapere tutto; inoltre dobbiamo impegnarci di più nel sociale e occupare quegli spazi lasciati vuoti dalla criminalità”.
Rivolgendosi poi agli studenti, Gratteri ha detto che “la criminalità giovanile si previene con lo studio. Dovete studiare tanto per diventare un’eccellenza, e provare i concorsi, dove ci sono i raccomandati ma un 20-30% dei posti è per i figli di nessuno, come me. Mio padre ha fatto la quinta elementare, mia madre la terza, eppure io e i miei fratelli ci siamo affermati”. “Voi – sottolinea Gratteri – siete la generazione che non ha soldi ma che consumate di più, ogni sabato uscite per mangiare una pizza, e già qui potete fare una scelta di campo contro la criminalità tra il locale gestito dalla camorra e quello dove il clan non c’entra nulla. Ma la differenza per voi la fa lo studio; già dalle elementari dovete studiare con impegno e preparare i concorsi, e dovete sapere che da Roma in su è piena di luminari della medicina, del mondo universitario, che sono figli di muratori, contadini, falegnami, carpentieri, che hanno studiato 10 ore al giorno da quando erano piccoli; si sono allenati allo studio e hanno superato i concorsi. Certo poi vedi a Napoli alle 10 di sera frotte di ragazzini in giro. Ma che ci fate mi chiedo, i genitori dove sono, e se a 10 anni il ragazzo gira già per Napoli, a 15 non lo tieni più, ci vorranno le catene, e sarà materiale per la camorra. I genitori oggi fanno troppo gli amici con i figli, ma bisogna dare loro delle regole, e dire loro dei ‘no’ motivandoli”.
 
Noi come magistrati non abbiamo pregiudizi su Casal di Principe, indaghiamo su chi commette reati grazie a forze dell’ordine di alto livello. E poi io non ne ho e non posso averne di pregiudizi su questo territorio, perché sono cresciuto in una zona come la Locride a più alta densità mafiosa d’Italia, anche di più di quando Casal di Principe era sulle prime pagine dei giornali”. Così il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha risposto ad una domanda di Luigi Cantelli, presidente di un’associazione di cittadinanza attiva che opera a Casal di Principe e in altri comuni, sul pregiudizio che secondo tante persone del posto, soprattutto i più giovani, la magistratura avrebbe avuto verso Casal di Principe e i suoi cittadini, “guardati con un alone di colpevolezza”.
Sono cresciuto a Locri nella stagione dei sequestri e degli importatori di cocaina dal mondo – prosegue Gratteri – so bene cosa vuol dire nascere in certi territori. Perciò non ho pregiudizi verso Casal di Principe. Conosco i problemi di chi ci vive, e so bene anche quant’è importante il lavoro delle associazioni e del volontariato in queste zone; voi – sottolinea rivolgendosi ai giovani volontari delle associazioni presenti al teatro della legalità – fate un lavoro importantissimo, che serve a sopperire alle tante cose che le istituzioni non fanno. E se ho accettato il mio invito da voi è perché so che siete persone perbene. C’è chi per me – scherza – vi ha fatto tac e risonanza magnetica”.
Gratteri conclude parlando ancora di giovani ed educazione scolastica. “Parliamo con i ragazzi, ma il pomeriggio, la mattina lasciamoli a scuola, agli insegnanti; ma la scuola non deve diventare un progettificio. Non riempiamo le mattine degli studenti solo con progetti, arriveranno al quinto liceo e non sapranno scrivere in lingua italiana”.