Il Gup del tribunale di Bologna Domenico Truppa ha condannato nove persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode fiscale e autoriciclaggio: la pena più alta è per Pasquale Fontana (cinque anni e quattro mesi), ritenuto dal pm Roberto Ceroni promotore e organizzatore del gruppo. Si tratta di un imprenditore di origine campana trasferitosi in Emilia, attivo nell’edilizia.
Secondo l’accusa lui e Nicola Fontana, inoltre, avrebbero dirottato parte dei proventi illeciti ad attività legate al gruppo camorristico dei Casalesi, fazione di Michele Zagaria, con cui avrebbero mantenuto un rapporto e da cui avevano ricevuto sostegno: per questo era contestata l’aggravante di aver agevolato un’associazione mafiosa.
I fatti contestati vanno dal 2014 al 2017. Nicola Fontana è stato condannato a due anni e otto mesi, Antonio Fontana a un anno e otto mesi, Pasquale Fontana (classe 1996) a un anno e otto mesi, Pietro Fratti e Lorenzo Lazzaretti a un anno, 11 mesi e 10 giorni, Alice Rubini a due anni, Raffaele e Vincenzo Cioffo a 10 mesi e 20 giorni.