Arriverà a luglio la decisione del gup di Roma Francesco Patrone sul processo, che si sta tenendo con rito abbreviato condizionato, che vede come imputato il 77enne di Nocera Inferiore (Salerno) Marcello Santelia, accusato di detenzione di opere contraffatte e ricettazione di opere d’arte in relazione a 51 quadri di Picasso che per l’ufficio inquirente sarebbero dei falsi. Oggi infatti si è tenuta l’udienza in cui sono stati esaminati i quattro periti nominati diversi mesi fa dal gup per dirimere la questione, ovvero un’esperta storica e tre grafologi, e i due consulenti Stefano Liberati (presidente Unione Europea Esperti opere d’arte) e il grafologo Alberto Bravo, nominati dai difensori dell’imputato, gli avvocati Salvatore Nocera e Giuseppe Spagnolo. Nell’udienza del 7 luglio prossimo ci saranno le discussioni degli avvocati e poi il gup emetterà la sentenza.
La collezione di Santelia è curata dal maestro ceramista Lucio Ronca. “Santelia – spiega – non appartiene a nessuna delle figure degli operatori nel campo dell’arte così come indicati dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza numero 6874 dell’8 marzo 2023, ovvero non è un “mercante d’arte”, né uno speculatore occasionale e soprattutto non è un collezionista, non avendo acquistato alcuna opera di quelle che gli sono state sequestrate. Santelia è solo un erede del mercante d’arte Giovanni Santelia, suo padre”.
I fatti sono venuti alla luce alla fine del 2017, perché il collezionista salernitano voleva vendere un quadro a Dubai, e per esportarlo chiese l’autorizzazione al Ministero della Cultura, che a sua volta richiese un parere circa la genuinità dell’opera alla Fondazione Picasso, secondo cui però il quadro era una falso, con firma apocrifa del grande pittore.
Arrivarono così i carabinieri che trovarono una vera e propria collezione a casa di Santelia, sequestrandola. Il pubblico ministero capitolino Santina Lionetti aveva chiesto nell’aprile 2023 il rinvio a giudizio di Santelia, quindi i legali della difesa hanno chiesto e ottenuto di definire il processo direttamente nell’udienza preliminare, attraverso il rito abbreviato condizionato alla perizia che il Gup ha disposto, viste anche le consulenze tecniche depositate dalle parti durante l’udienza, giunte ovviamente a conclusioni opposte.
La collezione di Santelia è curata dal maestro ceramista Lucio Ronca. “Santelia – spiega – non appartiene a nessuna delle figure degli operatori nel campo dell’arte così come indicati dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza numero 6874 dell’8 marzo 2023, ovvero non è un “mercante d’arte”, né uno speculatore occasionale e soprattutto non è un collezionista, non avendo acquistato alcuna opera di quelle che gli sono state sequestrate. Santelia è solo un erede del mercante d’arte Giovanni Santelia, suo padre”.
I fatti sono venuti alla luce alla fine del 2017, perché il collezionista salernitano voleva vendere un quadro a Dubai, e per esportarlo chiese l’autorizzazione al Ministero della Cultura, che a sua volta richiese un parere circa la genuinità dell’opera alla Fondazione Picasso, secondo cui però il quadro era una falso, con firma apocrifa del grande pittore.
Arrivarono così i carabinieri che trovarono una vera e propria collezione a casa di Santelia, sequestrandola. Il pubblico ministero capitolino Santina Lionetti aveva chiesto nell’aprile 2023 il rinvio a giudizio di Santelia, quindi i legali della difesa hanno chiesto e ottenuto di definire il processo direttamente nell’udienza preliminare, attraverso il rito abbreviato condizionato alla perizia che il Gup ha disposto, viste anche le consulenze tecniche depositate dalle parti durante l’udienza, giunte ovviamente a conclusioni opposte.