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Un call-center attraverso il quale ordinare la cocaina che da Marcianise arrivava fino a Milano: 23 persone sono state sottoposte a misure cautelari – 16 in carcere e 7 agli arresti domiciliari – su ordine del Gip del tribunale di Napoli nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea e dei carabinieri che ha scoperto un vasto giro di spaccio di cocaina che dal comune di Marcianise (Caserta) arrivava fino a Milano, gestito da appartenenti al clan marcianisano ‘Belforte‘.
Per altri cinque indagati il Gip di Napoli ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. In totale sono 71 le persone indagate. Cuore dell’inchiesta – dalla quale è emerso anche un falso matrimonio con un’immigrata e il tentativo di condizionare un “pentito” – è però lo spaccio di cocaina che avveniva a Marcianise e nei comuni limitrofi, e addirittura anche a Milano, dove c’era un gruppo che faceva capo al boss 42enne Giovanni Buonanno, e che vendeva cocaina nel capoluogo lombardo, gestendo un giro di 2500 clienti e guadagni per 100mila euro al mese. La vendita – hanno accertato gli inquirenti – avveniva tramite una sorta di call center, con un centralino che riceveva la prenotazioni e girava l’ordine per la consegna, tramite un linguaggio in codice, ai pusher, che si recavano a domicilio dai clienti. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno anche arrestato in flagranza a Milano diversi spacciatori. Buonanno si approvvigionava della droga a Crispano (Napoli), presso un affiliato del locale clan ‘Castaldo‘.
Tra gli episodi emersi durante le indagini dei carabinieri di Caserta, coordinate dalla Dda, che hanno portato oggi alla notifica di 23 misure cautelari di altrettanti indagati, tra i quali anche presunti appartenenti al clan Belforte di Marcianise, figurano anche le minacce fatte tramite messaggi da uno degli indagati, Giovanni Buonanno (finito in carcere), al collaboratore di giustizia del clan, Claudio Buttone, affinchè rendesse false dichiarazioni al processo per l’omicidio di Andrea Biancur in corso alla Corte di Assise di Appello di Napoli, in cui Buonanno è imputato.
Altro episodio riscontrato dai carabinieri della Compagnia di Marcianise, è quello del falso matrimonio, previo pagamento, tra un cittadino italiano ed una cittadina straniera, con lo scopo di far ottenere alla donna il permesso di soggiorno e successivamente la cittadinanza italiana.