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I carabinieri hanno fermato un 17enne per l’omicidio del 19enne Davide Carbisiero, ucciso all’alba di ieri, domenica 13 aprile, in una sala slot di Cesa, nel Casertano.
Il minorenne è stato sentito dai carabinieri e dell’autorità giudiziaria, e al termine dell’interrogatorio è stato fermato per omicidio su disposizione della Procura per i minorenni di Napoli e condotto in un centro di giustizia minorile partenopeo in attesa della convalida del provvedimento.
Ad uccidere Carbisiero, hanno accertato le indagini dei carabinieri del Gruppo di Aversa, è stato un colpo di pistola alla giugulare. 

Una lite tra giovani, anche se il motivo per ora è ignoto: potrebbe essere questo il movente dell’omicidio del 19enne Davide Carbisiero, ammazzato in una sala slot di Cesa, nel Casertano, da un colpo di pistola alla giugulare esploso da un 17enne del posto, che è stato fermato su disposizione della Procura per i minorenni di Napoli.
Domani si terrà la convalida del fermo, e in quella sede è probabile che emerga anche un movente più definito, anche la pista dello spaccio resta sempre in piedi.
Il 17enne, che si è costituito dai carabinieri perché sapeva di essere ricercato e ha ammesso di aver sparato – importanti sono state le immagini di videosorveglianza analizzate dagli inquirenti – ha ammesso di aver sparato, ma le indagini proseguono per ricostruire il contesto in cui il delitto è avvenuto.
Di certo, né la vittima né l’omicida sono legati anche tramite parentele a clan di camorra, tanto che il sostituto della Dda di Napoli Vincenzo Ranieri, intervenuto ieri sul posto per verificare un eventuale coinvolgimento dei clan locali, non ha poi partecipato all’interrogatorio del 17enne, sentito infatti alla presenza del sostituto della Procura per i minori; non sono emersi infatti elementi per collegare il delitto al papà della fidanzata di Carbisiero, che ha un passato ‘importante’, e peraltro recente, nello spaccio di stupefacenti nella zona.
Inoltre il 17enne fermato è uno studente, e frequenta un istituto superiore; il contesto familiare non è in alcun modo legato alla criminalità locale, men che mai organizzata. 

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