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Un detenuto disabile di 58 anni si è tolto la vita nel carcere di Carinola (Caserta): lo rende noto il Sindacato autonomo polizia penitenziaria. Per il segretario generale del sappe, Donato Capece, “un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea”.
Tiziana Guacci, segretario regionale del sindacato, spiega che “‘uomo è’ stato trovato impiccato nella sua cella e sono stati inutili i tentativi di soccorso da parte dei sanitari e del personale di Polizia Penitenziaria”. “Il suicidio è sicuramente un evento imprevedibile, il problema è prevenirlo. Con il passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è purtroppo estremamente peggiorata”, sottolinea Guacci. “La carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri è il punto cruciale della questione. A nostro avviso servono concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario da destinare esclusivamente alle carceri campane”, conclude Guacci.

Ennesimo suicidio nelle carceri della Campania, si è suicidato un detenuto di 58 anni nel carcere di Carinola. È il quarto in Campania, il quindicesimo in Italia.
Ecco la dichiarazione del Garante campano delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello, che è anche il Portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti.
La tendenza drammatica dei suicidi in carcere in Italia è sorprendente soprattutto per la politica che è indifferente e vive un silenzio. Il tasso di suicidi in carcere è 20 volte superiore ai suicidi delle persone libere. Occorrono risposte concrete qui e ora, prima che ci sia l’irreparabile.
Di troppe speranze deluse si continua a morire in carcere. C’è un trend drammatico, occorre intervenire sull’organizzazione delle carceri, sul numero di psicologi,psichiatri ed educatori,figure di ascolto e di mediazione,ma anche sul numero dei progetti di inclusione sociale, di lavoro. Occorre intervenire sulla concezione educativa che non c’è dentro il carcere. Il carcere non è un male necessario Occorre intervenire anche sulla coscienza civica rispetto a chi considera il carcere una risposta semplice a bisogni complessi, in primis la sicurezza.”