Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Tornare alla normalità, o comunque provarci. E’ questa la missione della nuova direzione del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Allontanati tutti i protagonisti della brutta vicenda dei pestaggi ai danni dei detenuti di qualche mese fa. Immagini che hanno fatto il giro del mondo e hanno sbattuto il centro del Casertano sulle prime pagine di tutti i giornali.
Un passo indietro, via i protagonisti di questa brutta storia, e ripartenza con un nuovo direttore, la dottoressa Donatella Rotundo. A lei il compito di “ripulire” un’immagine e ridare credibilità alla struttura.
E la voglia di certo non le manca, come le iniziative. La consapevolezza di dover tenere i detenuti impegnati è forte: solo attraverso il lavoro si riesce a evitare tensioni e dare speranza a persone che sono chiuse in quattro mura. Dargli la possibilità di occupare il tempo in maniera fruttuosa e dare loro una speranza di ricostruzione della propria vita attraverso attività.
Una di queste è stata l’occasione per fare una chiacchierata con la dottoressa Rotundo. coinvolgere 40 detenuti per la produzione di cravatte e camicie da destinare alla Polizia Penitenziaria di tutta Italia è un ottimo segnale. Ovviamente da soli non è possibile. E’ servita la Fondazione Isaia per dare una mano nella produzione ed è servita la fiducia per affidarsi nelle mani di persone che non lo avevano mai fatto prima, ma che hanno dimostrato voglia di rimettersi in gioco, passione e tanta attenzione.
Ecco, da questo si può ripartire. Quelle immagini nessuno le cancellerà mai, ma aggiungere pagine belle alla storia del carcere di Santa Maria Capua Vetere, probabilmente aiuterà ad offuscarle velocemente.