Tempo di lettura: 3 minuti

Caserta ha perso 154 attività commerciali negli ultimi 10 anni, di queste circa un terzo si trovava nel centro storico. Un calo del 15% che pesa notevolmente sull’economia del territorio. Questo è infatti uno dei dati più vistosi che emergono da un’analisi sulla demografia d’impresa condotta in tutte le città italiane dall’Ufficio Studi Confcommercio, elaborando le statistiche del Centro studi delle Camere di Commercio G.Tagliacarne. Nel dettaglio, scorrendo i numeri e le tipologie di impresa, si scopre che nel 2012 Caserta disponeva di ben 1.081 negozi al dettaglio (di questi quasi la metà nel centro storico) mentre a giugno 2022 ne erano rimasti soltanto 927. La flessione maggiore si registra tra le attività specializzate nella vendita di prodotti culturali e artistici e soprattutto nel commercio ambulante. I banchi di standisti ed esercenti itineranti in questo caso sono passati da 138 a 101. Meno negativo il saldo di tabacchi, supermercati ed attività specializzate nei prodotti per la casa che subiscono solo un lieve calo. In aumento invece le farmacie e i distributori di carburante, questi ultimi soprattutto nelle aree periferiche. Si tratta di dati che lasciano intravedere una progressiva desertificazione del centro storico che tende ad essere sempre meno attrattivo per alcune attività che non siano quelle legate alla ristorazione, al turismo e più in generale ai pubblici esercizi. Alberghi, ristoranti e bar sono infatti in controtendenza rispetto ai negozi di vicinato con un incremento progressivo che tuttavia non compensa le perdite subite dal mondo del commercio nel suo complesso. ‘Da anni ormai stiamo allertando le istituzioni – spiega Lucio Sindaco, presidente provinciale di Confcommercio Caserta – sulla situazione di degrado e sui pericoli della desertificazione del centro storico. Un fenomeno che sembra inarrestabile e al quale hanno contribuito di certo la vicinanza dei centri commerciali e la concorrenza devastante dell’e-commerce. La crisi del post Covid ha poi inferto il colpo di grazia accentuando i disagi economici di tanti operatori. Dispiace che malgrado i nostri continui solleciti, nulla fino ad oggi sia stato fatto per frenare questa emorragia. Caserta ha bisogno di un piano parcheggi, di un piano di viabilità, di una politica seria sul turismo. Si tratta di strumenti fondamentali per supportare il commercio e fornire maggiore visibilità ai negozi di vicinato. Ancora una volta chiediamo quindi alle istituzioni di sedersi ad un tavolo con le associazioni di categoria per intercettare le possibili soluzioni al problema che rischia davvero di mettere in ginocchio il tessuto economico della città’. ‘La desertificazione commerciale – ha dichiarato al riguardo il presidente regionale di Confcommercio Campania, Pasquale Russo è infatti anche un problema sociale. I negozi di vicinato forniscono un servizio indispensabile per i cittadini e sono una garanzia di vivibilità e sicurezza delle nostre città. La politica deve finalmente riconoscere il valore sociale delle piccole imprese commerciali ed artigianali, mettendole al centro degli interventi di riqualificazione urbana e di sviluppo del territorio’.