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L’episodio di Tiziana Cantone non è servito proprio a niente. E nonostante sia la più squallida delle forme di vendetta e di frustrazione, c’è ancora chi la pratica. Il revenge porn – letteralmente vendetta pornografica – è un reato severamente punito in Italia: è prevista una pena che va da uno a sei anni di prigione, con una pena pecuniaria fino a 15mila euro.

Un altro racconto di violenza di intimità è successo oggi a Casal di Principe, in provincia di Caserta. Un 36enne già noto alle forze dell’ordine, ha rubato lo smartphone della compagna, e, a sua insaputa, ha diffuso su un noto social network alcune foto della donna. Naturalmente, il contenuto di queste foto si può ben intuire… La legge punisce la diffusione senza consenso, di questo tipo di materiale. La donna si è immediatamente recata presso la caserma locale ed ha esposto i fatti agli agenti denunciando il marito. Quest’ultimo, è stato quindi rintracciato, e tratto in arresto. L’uomo ha consegnato il proprio smartphone e quello sottratto alla moglie, con ancora in memoria il contenuto hot diffuso sul social. La donna aveva già denunciato l’uomo qualche giorno fa, in seguito a comportamenti vessatori e violenti nei suoi confronti. L’episodio dello smartphone è correlato alla prima denuncia.

Due milioni di persone hanno scoperto le loro foto online, senza consenso

Questo episodio di revenge porn avviene dopo circa due mesi dall’ultima denuncia in Campania: dopo un servizio de Le Iene, era stato un uomo di 37 anni a finire agli arresti domiciliari. Secondo un’inchiesta di Permesso Negato risalente a due anni fa, è emerso come ben due milioni di persone hanno scoperto che c’erano delle loro foto in rete. Si legge da quest’inchiesta, che nonostante fossero passati tre anni (nel 2022, oggi cinque anni), dall’entrata in vigore della legge Codice rosso, questo tipo di violenza è ancora diffuso. Ancora: una persona su sei ha prodotto questo tipo di contenuti almeno una volta, e la metà ha ammesso di averli condivisi su chat private e forum online. A farne le spese, sono le donne: circa il 70%.