I carabinieri di Grazzanise avevano iniziato un’indagine nel novembre 2020, da cui era emersa una rete di spaccio che coinvolgeva tossicodipendenti e piazzisti, prevalentemente di origine africana. Il gruppo operava principalmente a Castelvolturno. Affinché i carichi di droga potessero essere protetti, alcuni nigeriani eseguivano i riti voodoo: prima dell’arrivo di un carico dall’Africa Orientale, i pusher praticavano riti apotropaici.
Le indagini, hanno portato quindi a tredici arresti, a numerose perquisizioni. Sono stati sequestrati circa 500 euro in contanti, e mezzo chilo di droga. Inoltre, otto persone sono state condannate in primo grado. Quest’inchiesta sullo spaccio coinvolgeva le province di Caserta e Salerno, e anche l’Agro Nocerino. Le condanne sono state emesse dal gup di Santa Maria Capua Vetere, e variano dai 2 ai 5 anni di reclusione. Tra gli imputati, quattro sono residenti tra Cava de’ Tirreni e Castel San Giorgio, mentre tre sono africani. Invece, gli imputati di Salerno hanno un’età compresa tra i 26 e i 38 anni.
L’operazione ha visto coinvolti pertanto numerosi comuni della Campania, e si intuisce che il giro dello spaccio di droga coinvolgeva molte persone. Le indagini, come già detto, sono partite da Grazzanise, ma hanno condotto fino alle province salernitane.
I riti voodoo propiziatori che i pusher eseguivano nel momento in cui doveva essere protetto il carico di droga da malocchi e da eventi negativi, erano effettuati da un mago. Queste pratiche di magia nera sono tipiche della zona dell’Africa Orientale, in particolare della Nigeria e del Niger.