Tempo di lettura: 3 minuti

Caserta – La Procura casertana di Santa Maria Capua Vetere (sostituto procuratore Gionata Fiore) ha aperto un’indagine per omicidio colposo in ambito sanitario, per ora contro ignoti, per far luce sulla morte del 72enne Michele Tessitore, di Villa Literno (Caserta), avvenuta il 9 febbraio scorso nel reparto Covid dell’ospedale di Maddaloni. Il pm ha anche disposto l’autopsia sulla salma per accertare le cause del decesso: l’esame è stato effettuato il 17 febbraio scorso e le conclusioni della perizia saranno decisive per fare chiarezza su quanto avvenuto e appurare la sussistenza di responsabilità da parte dei medici che hanno avuto in cura il 72enne. A dare il via all’inchiesta un esposto presentato ai carabinieri di Maddaloni dalla moglie dell’anziano, Maria Carmina, attraverso i consulenti e gli avvocati dello Studio 3A.

Secondo quanto raccontato dalla donna, l’odissea del marito sarebbe iniziata il 30 gennaio scorso, giorno del 72esimo compleanno di Tessitore, quando viene chiamato il 118; in quella circostanza intervengono i sanitari del Pronto Soccorso dell’ospedale di Aversa, che praticano un’iniezione di insulina al 72enne in quanto diabetico, e poi ripartono. La situazione però non migliora e lo stesso giorno il paziente viene condotto in autolettiga all’ospedale “Moscati” di Aversa, dove scopre, in seguito ad un tampone, di essere positivo. Nella notte però un medico chiama la moglie di Michele e le dice di venirsi a prendere il marito, in quanto si è trattato di un picco diabetico che è stato stabilizzato. La moglie non ha modo di andare a prelevare il marito all’ospedale, e allora glielo riportano a casa in ambulanza dal Moscati, facendole anche pagare il trasporto di 300 euro; al 72enne non viene data alcuna terapia contro il Covid. In pochi giorni la situazione degenera, l’uomo non riesce più a controllare i bisogni, non si regge in piedi, cade in continuazione, anche dal letto, comincia a non esserci più con la testa. La moglie resta contagiata a sua volta, chiama così l’ospedale, il medico di base, perfino il sindaco del suo Comune perché il marito venga ricoverato, ma nulla. “Questo è il virus, si salvi chi può” le avrebbe risposto un dottore. Tessitore, ormai in fin di vita, viene ricoverato l’8 febbraio al Covid Hospital di Maddaloni, ma ormai è troppo tardi: spira il giorno dopo, il 9 febbraio. “Siamo stati abbandonati da tutti” lamenta la moglie, che ha già perso quattro fìgli, l’ultimo, di 47 anni, per malattia . “Andrò fino in fondo” assicura.