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Caserta – È passato dal carcere ai domiciliari l’ex presidente della Provincia di Caserta Pasquale Crisci, arrestato per corruzione con l’aggravante mafiosa il 12 gennaio scorso dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli su un traffico illecito di loculi e cappelle cimiteriali nel comune di Santa Maria a Vico.

Fino al giorno dell’arresto Crisci era infatti consigliere comunale proprio nel comune del Casertano (è stato poi sospeso dal Prefetto), di cui in passato è stato anche vicesindaco. A disporre la scarcerazione di Crisci è stato il tribunale del Riesame di Napoli, cui si è rivolto il politico, esponente dei Moderati. Crisci si è dimesso da vicepresidente della Provincia. Il Riesame ha inoltre annullato l’ordinanza cautelare anche nei confronti di un altro indagato finito in carcere il 12 gennaio scorso con Crisci, il dipendente comunale Giovanni Papa (difeso dagli avvocati Pasquale Vigliotti e Claudio Sgambato).

Per Papa i giudici hanno annullato le due imputazioni di estorsione di due cappelle gentilizie ed escluso l’aggravante mafiosa, ed hanno quindi sostituito la misura cautelare in carcere con quella meno afflittiva della sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici per 12 mesi. Per la Dda Crisci – all’epoca dei fatti vicesindaco a Santa Maria a Vico – sarebbe stato il tramite in Comune per fornire informazioni sulle concessioni agli esponenti del clan camorristico Massaro, Domenico Nuzzo e Carmine Liparulo, anche loro arrestati.